di Giuseppe Gagliano –
L’Italia ha firmato un accordo con il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente per finanziare un progetto da 2 milioni di euro finalizzato al rafforzamento del sistema energetico ucraino. L’obiettivo è rendere l’infrastruttura energetica del Paese più resiliente e decentralizzata, in risposta ai continui attacchi russi che dal 2022 hanno compromesso la stabilità della rete elettrica ucraina. Il governo italiano intende esplorare soluzioni tecnologiche per integrare fonti rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica, mentre esperti italiani e ucraini collaboreranno per sviluppare una strategia di lungo termine che attragga investimenti nel settore delle energie sostenibili.
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha ribadito che Roma non intende destinare il 5% del PIL alla spesa militare, come richiesto dal presidente statunitense Donald Trump, ma punta a raggiungere l’obiettivo del 2% stabilito dalla NATO entro il 2028. Ha inoltre sottolineato la necessità di rivedere i regolamenti europei affinché tali spese possano essere finanziate con fondi comunitari, senza incidere sui vincoli di bilancio imposti dal Patto di Stabilità.
Nel frattempo il Regno Unito ha annunciato un aumento del supporto militare a Kiev per il 2025, con un pacchetto di aiuti da 3 miliardi di sterline destinato all’acquisto di armamenti e alla difesa aerea. Anche Polonia e Ucraina hanno rafforzato la loro collaborazione industriale nel settore della difesa con la firma di un memorandum tra Ukroboronprom e il Gruppo Armamenti Polacco, che prevede lo sviluppo di meccanismi finanziari per attrarre investimenti europei nel comparto militare.
L’accordo tra Italia e Ucraina si inserisce in un contesto di tensioni geopolitiche crescenti, con Mosca che continua a colpire le infrastrutture strategiche ucraine per indebolire la capacità del Paese di resistere nel lungo periodo. Varsavia e Londra confermano il loro impegno a sostenere Kiev con assistenza economica e militare, mentre Roma si concentra sulla ricostruzione del settore energetico, evitando al tempo stesso un’escalation degli impegni militari. Sullo sfondo, le richieste di Trump agli alleati NATO per un incremento delle spese militari riflettono un cambiamento nella politica estera americana, che mira a ridurre l’onere economico di Washington e a spingere gli alleati a una maggiore autonomia nella gestione della sicurezza europea.