di Enrico Oliari –
Dopo aver incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha reso noto via X che verrà erogato all’Ucraina un nuovo prestito da 35 miliardi di euro nel quadro dell’impegno assunto dal G7. Ha inoltre spiegato che la Commissione proporrà l’istituzione di un meccanismo per l’erogazione all’Ucraina di prestiti fino a 45 miliardi di euro ad opera dell’Ue e del G7.
Intanto Zelensky ha comunicato ai suoi di non aver ancora ricevuto né da Washington né da Londra il via libera all’impiego di armi a lungo raggio per colpire il territorio russo, nonostante dal premier britannico Keir Starmer fosse giunta una prima disponibilità, cassata a seguito dell’incontro con il presidente Usa Joe Biden.
L’impiego di tali armi porterebbe perlomeno ad una risposta simmetrica da parte della Russia, e il capo del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev non ha escluso l’ipotesi che di questo passo si arrivi all’impiego di testate nucleari. Italia e Ungheria sono le prime a essere chiamate fuori dall’impiego delle proprie armi contro il territorio russo, e nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Antonio Tajani è tornato a ribadire che “noi non siamo in guerra con la Russia, le nostre armi devono essere utilizzate solo a scopo difensivo in Ucraina”. L’escalation fa quindi paura, ed anche la Russia è ricorsa alla fornitura dall’Iran di missili Fath, che rientrano nel livello delle attuali ostilità e che comunque sono meno costosi di quelli prodotti in patria. Gli Usa starebbero invece per fornire gli F-16 ucraini di missili a medio raggio, non rispondendo quindi alle richieste di Zelensky ma comunque dotando i piloti ucraini di buone armi, quale parte di un nuovo pacchetto da 375 milioni di dollari che dovrebbe essere annunciato lunedì.
Intanto le informazioni che arrivano dal teatro di guerra riportano la consuetudine dei missili e dei droni russi che puntualmente uccidono bambini in Ucraina, mentre in Russia verrebbero colpiti, secondo la propaganda occidentale, solo depositi di armi. Ovviamente le cose stanno in modo diverso, con obiettivi militari colpiti e vittime civili da entrambe le parti, palazzi sventrati dai droni e infrastrutture distrutte dai missili.
Le ultime notizie riguardano la distruzione da parte ucraina, confermata dallo stato maggiore e avvenuta nei pressi di Oktyabrskaya, di “almeno 2mila tonnellate di munizioni, provenienti anche dalla Corea del Nord”. Droni ucraini hanno invece colpito Krasnodar, dove sono state sfollate 1.200 persone e dove è rimasta chiusa per alcune ore l’autostrada M-9 a causa della presenza di detriti dei velivoli intercettati dalla contraerea.
Nel Donbass prosegue la lenta avanzata dei russi, ormai pronti per la presa di Pokrovsk, importante centro strategico la cui caduta potrebbe compromettere l’intero fronte meridionale ucraino. In queste ore dovrebbe essere terminato lo sfollamento dei civili e il rafforzamento delle linee, e di certo non ha funzionato la strategia di Zelensky di invadere la regione russa di Kursk con le migliori unità e di fare pressioni su Belgorod per alleggerire l’offensiva, in quanto i comandi russi non hanno richiamato energie dal fronte. Dopo Pokrovsk i russi punterebbero avanzare verso a Sloviansk e Kramatorsk.
Il ministero russo ha annunciato la distruzione di una nave mercantile ucraina carica di armi occidentali tra cui missili, e di due magazzini con pezzi di artiglieria e sistemi di lancio di missili.
Dal Kursk intanto si apprende dei continui tentativi degli ucraini di sfondare le linee e contrastare la controffensiva russa: nel rapporto del ministero della Difesa russo si legge che “Le unità del gruppo di truppe Nord hanno continuato a condurre operazioni offensive, durante le quali hanno sconfitto le formazioni della 22ma, 41ma e 115ma brigata meccanizzata, 17ma brigata corazzata, 82ma brigata d’assalto aereo e 1a brigata della Guardia nazionale, nonché la 112ma e 129ma brigata territoriale”, nelle aree di Lyubimovka, Darino, Kokolaev-Darino e Plekhovo. “Nelle ultime 24 ore, le unità del gruppo hanno sventato i tentativi di contrattacco nemico in direzione degli insediamenti di Kremyanoe e Malaya Lonkya. Le forze armate ucraine hanno perso fino a 30 persone uccise e ferite, due veicoli corazzati da combattimento, un supporto di artiglieria semovente 2S1 Gvozdika e tre veicoli. Con l’appoggio dell’aviazione militare e del fuoco dell’artiglieria sono stati respinti quattro tentativi delle forze armate ucraine di sfondare il confine della Federazione Russa in direzione degli insediamenti di Noviy Put e Medvezhye. Il nemico ha perso fino a 60 persone uccise e ferite, due carri armati sono stati distrutti, tra cui il carro armato Leopard, tre veicoli da combattimento di fanteria CV-90 di fabbricazione svedese, quattro veicoli da combattimento corazzati e un veicolo del genio”.
Condanna per l’invasione russa e “la diffusa distruzione di siti storici e istituzioni culturali, come musei, teatri, biblioteche, archivi, chiese e luoghi di culto, che minacciano l’identità culturale ucraina” è stata espressa nel documento finale del G7 cultura.