Ucraina. Deboli segnali di compromesso. Attesa per l’incontro di Lavrov con Kuleba

di Guido Keller

C’è attesa per l’incontro di domani ad Antalya, in Turchia, tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e quello ucraino Dmytro Kuleba, un ‘occasione per dare una svolta al conflitto individuando un compromesso. Incontro mediato dal ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu.
La richiesta fondamentale della Russia continua ad essere, ormai da anni, la non adesione dell’Ucraina alla Nato, obbligando quest’ultima a ritirarsi dall’intesa di Bucarest del 2008 con la quale l’Alleanza Atlantica dava sostanzialmente il via libera all’entrata di Kiev e della Georgia. Per la Russia infatti è essenziale non avere basi Nato al confine, e già sono state disattese le promesse risalienti al 1991 di non allargamebto dell’Alleanza oltre l’Elba. Le altre richieste riguardano il riconoscimento della Crimea come territorio russo, l’indipendenza delle repubbliche di Donetsk e di Lugansk, la demilitarizzazione dell’Ucraina, la chiusura delle basi Nato in Bulgaria e Romania e il cambio del governo di Kiev, che come i precedenti non ha dato seguito agli accordi di Minsk-2 del 2015 in cui venivano riconosciute le autonomie del Donbass e disarmati i vari gruppi neonazisti lì impegnati nei combattimenti, tra cui il Battaglione Azov.
Ma da Putin è arrivata una nuova richiesta sotto forma di minaccia, cioè di far venire meno le sanzioni dell’occidente che stanno mettendo in ginocchio la Russia, con gli indici di rating orientati verso il default del paese, specialmente dopo che gli Usa e la Gran Bretagna hanno chiuso agli idrocarburi russi e l’Unione Europea si sta attrezzando per fare la stessa cosa.
Per giungere ad un compromesso è necessario che entrambe le parti cedano qualcosa, e intervistato per l’Abc il presidnete ucraino Volodymyr Zelensky si è detto pronto al dialogo al fine di risparmiare sovverenze e distruzione alla popolazione. Zelensky non ha parlato direha insistito sul fatto che “non ci arrenderemo mai”, ma che è necessario accordarsu su Donbass e Crimea, e soprattutto “su come chi vorrà essere ucraino potrà vivere in questi territori”.
Maariv, giornale israeliano, ha riportato che la Russia avrebbe già presentato una proposta di accordo e che Kiev e Mosca si starebbero già parlando. Certo è che le diplomazie sono impegnate in un lavoro frenetico, e che ora è la Cina a proporsi per sbrogiale la matassa, con il presidnete Xi jinping che ieri si è sentito con il francese Emmanuel Macron e il tedesco Olaf Scholz. Tuttavia Pechino sembra voler giocare al bastone e alla carota, e dopo le mosse di Xi è intervenuto il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, il quale ha accusato la Nato “guidata dagli Stati Uniti” di aver “provocato la rottura fra Russia e Ucraina”. Zhao se l’è presa poi con le sanzioni inflitte alla Russia, “le quali aggraveranno ulteriormente divisione e scontri”, ed ha accusato gli Usa di volere l’egemonia mondiale cercando di schiacciare Russia e Cina.