Ucraina. Grande assente l’Onu: che fa?

di Ciro Maddaloni –

Le guerre sono una cosa terribile. Una cosa che pensavamo erroneamente appartenesse a un retaggio del passato. Purtroppo non è cosi. Nel mondo, in Africa, Asia e Medio Oriente ci sono al momento attivi almeno 30 conflitti con decine di migliaia di morti e milioni di profughi ogni anno.
La guerra in Ucraina, nel cuore dell’Europa, ci ha risvegliato in modo brutale; ci ha dimostrato con tutto il suo orrore di morte, distruzione e profughi che la guerra esiste, è una cosa terribile com’è sempre stata e sempre sarà.
Tutti parlano delle sanzioni che l’Unione Europea ha comminato alla Russia; tutti parlano della brutalità ed illogicità dell’aggressione russa ad un popolo ritenuto fratello; tutti parlano delle armi che gli inglesi, gli americani e molti Stati europei stanno inviando in supporto del valoroso popolo ucraino. Si parla del rischio di un coinvolgimento della NATO nel conflitto. Di fatto si ipotizza, con molta superficialità, la terza guerra mondiale in Europa.
Il grande assente di tutte queste iniziative e discussioni guada caso è l’attore protagonista, colui che ha il ruolo primario in questa vicenda, che si è intravisto solo di sfuggita, in una scena a margine del tristissimo film che abbiamo potuto osservare ogni giorno in televisione.
Di chi stiamo parlando? Ma dell’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite che ha “tra i suoi obiettivi principali il mantenimento della pace e della sicurezza mondiale, lo sviluppo di relazioni amichevoli tra le nazioni, il perseguimento di una cooperazione internazionale e l’armonizzazione delle varie azioni compiute a questi scopi dai suoi membri”.
Come tutti gli altri Paesi del mondo, la Russia è membro delle Nazioni Unite e fa anche parte insieme a Stati Uniti, Cina, Gran Bretagna e Francia del Consiglio di Sicurezza, l’organo delle Nazioni Unite incaricato di mantenere la pace e la sicurezza internazionale in conformità con i principi e le finalità delle Nazioni Unite.
Noi ci saremmo quindi aspettati non dico il 24 febbraio nel pomeriggio, ma certamente il 25 febbraio mattina che mr. António Guterres, segretario generale dell’ONU, fosse già presente a Kiev e che nel pomeriggio fosse andato a Mosca a parlare con Putin. Questo non è successo. Non ci sono stati grandi proclami né azioni significative da parte delle Nazioni Unite.
Mr. Guterres in effetti si è recato a Kiev, ma il 28 aprile; oltre due mesi dopo l’inizio della guerra. Quando c’erano decine di migliaia di morti, civili ucraini, militari ucraini e militari russi sul terreno. E almeno 12 milioni di profughi, soprattutto donne e bambini ed un Paese semidistrutto dai bombardamenti russi. Come si usava dire nell’Italia rurale, l’attore principale si è lavato la faccia, degnando il parente povero di una visita di cortesia.
Direte voi ma cosa poteva fare l’ONU? Allora se l’ONU non poteva fare nulla perché continuiamo a mantenerla? Per fare le conferenze a Davos sul clima? Se rimane questo lo scopo dell’ONU, allora va bene qualsiasi ONG per organizzare una conferenza sul clima.
Noi avremmo sperato e voluto che l’ONU fosse protagonista; che intervenisse prontamente inviando tutto il suo personale a Mosca e a Kiev; che mobilitasse e inviasse subito sul terreno osservatori militari multinazionali come forze di interposizione tra le fazioni in conflitto; per proteggere la popolazione civile, i centri abitati e le infrastrutture chiave per la vita dei cittadini ucraini dalle aggressioni di entrambi le parti in conflitto.
Certo è molto più comodo continuare a stare in ufficio a Ginevra, oppure a New York, piuttosto che indossare una tuta e un elmetto blu e andare a Kiev, con il rischio di impolverare le scarpe.
Quello che poi è veramente difficile da capire e accettare è come mai non abbiano sentito il dovere di commentare quotidianemente in modo martellante la gravissima situazione che, purtroppo, si era creata in Ucraina. Dal Palazzo di Vetro si sono attenuti giusto a qualche piccolo rimprovero come fanno i genitori quando distrattamente e sottovoce dicono ai bambini: “per favore bimbi state buoni!”. Nel mentre i bimbi ucraini morivano sotto le bombe, oppure stavano al freddo in sistemazioni di fortuna in attesa di fuggire verso luoghi sicuri, lontani da casa, dai loro affetti e dai loro genitori. O addirittura deportati in Russia a migliaia.
Se le Nazioni Unite sono (diventate) questo; se le Nazioni Unite hanno mancato anche questa volta al loro compito principale di “lavorare per assicurare la pace nel mondo”, forse è arrivato il momento di chiedersi se i Paesi contributori, com’è il nostro, non farebbero meglio a destinare questi fondi a progetti più ambiziosi e con risultati auspicabilmente più concreti e utili per chi ha veramente bisogno; invece di continuare a pagare stipendi da capogiro, viaggi e conferenze in località esclusive a gente che, tutte le volte che c’è stato veramente bisogno, ha dimostrato di non essere in grado di assolvere ai loro compiti principali.
Non solo. Anche il Parlamento Europeo, oltre ai proclami di circostanza ed alle note di condanna dell’invasione russa dell’Ucraina, perché non ha organizzato immediatamente un trasferimento di tutti i Parlamentari Europei a Mosca per chiedere un colloquio con Putin? Forse erano troppo impegnati anche loro a parlare dei cambiamenti climatici?

Articolo in mediapartnership con il Giornale Diplomatico.