Ucraina. Guerra nel cuore dell’Europa, la Grande Russia vacilla?

di Ciro Maddaloni * –

Nessuno avrebbe mai potuto immaginare, a parte nei racconti di fantapolitica, che nel 2022 si potesse scatenare una guerra nel cuore dell’Europa, combattuta in modo “tradizionale”, con i cannoneggiamenti, i bombardamenti e le trincee, come avveniva nel millennio scorso. Ma anche con violenze gratuite e atroci contro i civili inermi.
Neanche le più fervide immaginazioni (o incubi) avrebbero potuto pensare a questa realtà.e Eppure è successo. La Russia di Putin ha attaccato e tentato di invadere l’Ucraina, un Paese fratello.
Le cronache ci parlano di decine di migliaia di morti da entrambe le parti tra le forze armate; di decine di migliaia di vittime tra i civili ucraini, milioni di sfollati e danni incommensurabili alle infrastrutture del Paese vittima dell’invasione.
L’esercito ucraino ha dimostrato di essere in grado di colpire “chirurgicamente” i depositi di munizioni, i sistemi di trasporto e la rete viaria essenziale per rifornire le truppe russe che operano sulla prima linea. Questo ha depotenziato la capacità offensiva dei russi che sono stati costretti a ridurre i bombardamenti sulle città ucraine per mancanza di munizioni.
La tecnica dei bombardamenti a tappeto che avevano usato i russi nei primi mesi della guerra per avanzare sul territorio delle due regioni ucraine contese è venuta meno e la situazione sul campo di battaglia è mutata radicalmente.
L’inverno da quelle parti arriva molto presto. Pensare che questa guerra possa protrarsi in inverno crea molti dubbi non solo tra gli esperti militari ma anche tra i soldati delle forze armate coinvolte nel conflitto. Non sarà facile per le truppe d’invasione mantenere le posizioni conquistate senza un’efficiente rete logistica che consenta loro di sopravvivere al durissimo inverno ucraino. E questo lo sanno bene i militari russi.
Le perdite subite sul campo dalle forze d’invasione non possono essere più nascoste, sono ingentissime e la stessa propaganda di regime non può fare più niente per nascondere all’opinione pubblica russa la realtà delle cose.
Per queste ragioni, un ex ufficiale della CIA che ha prestato servizio per parecchi anni a Mosca e che conosce molto bene la Russia, ha affermato che Putin potrebbe essere ucciso dalla sua stessa “ristretta cerchia” di collaboratori che si sono resi conto di aver intrapreso una strada senza uscita; che ogni giorno che passa peggiora la situazione sul teatro di guerra e che questo penalizza ulteriormente la situazione economica e sociale del loro Paese.
Non si può dire con certezza quando Putin potrà essere auspicabilmente destituito dai suoi stessi collaboratori. Quello che si può affermare con certezza, invece, è che ogni giorno che passa peggiora la situazione delle forze d’invasione in Ucraina sia per la strenua resistenza del valoroso Popolo ucraino, sia per l’adozione di nuove armi moderne in dotazione dell’esercito ucraino, che hanno cambiato radicalmente l’evoluzione del conflitto.
Adesso sono gli ucraini che lentamente provano a riguadagnare terreno. Possono colpire in profondità le forze d’invasione come hanno dimostrato con un attacco mirato in Crimea dove sono riusciti a distruggere una base aerea utilizzata dai russi per aggredire l’Ucraina.
L’attacco alla base aerea in Crimea è stato un successo importante per gli ucraini, non solo per i danni inflitti alle forze russe, ma soprattutto per l’impatto mediatico che questo raid ha avuto in Russia: molti vacanzieri che si trovavano in Crimea hanno potuto vedere e documentare con i loro telefonini come la “Grande Russia” non sia né invincibile né tanto meno sicura neanche nei territori controllati ormai da lungo tempo.
Questo singolo evento verificatosi in Crimea rappresenta un punto di svolta nella percezione che la gran parte della popolazione russa aveva di questo conflitto e motiva in modo deciso coloro che dovranno presto decidere sul “che fare” di leniniana memoria con Putin.

* Esperto di eGovernment internazionale.

Articolo in mediapartnership con il Giornale Diplomatico.