Ucraina. I combattenti del Battaglione Azov si sono arresi

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Dopo 86 giorni di resistenza in condizioni precarie e lunghe trattative i miliziani del Battaglione Azov hanno avuto ordine da Kiev di arrendersi e di lasciare l’impianto siderurgico della Azovstal, a Mariupol.
Il ministero della Difesa russo ha infatti annunciato “il pieno controllo dell’acciaieria”, e i 2.439 combattenti, perlopiù ucraini del battaglione dichiaratamente neonazista, si sono consegnati ai militari russi.
Il capo negoziatore ucraino Mykhailo Podolyak ha comunque parlato di “Termopili del XXI secolo”, in quanto l’aver tenuto impegnato una parte del contingente russo ha permesso all’Ucraina di ricevere più facilmente armi dall’occidente.
Già nel 2016 il Battaglione Azov, che conta anche combattenti stranieri di estrema destra tra cui alcuni italiani, era stato accusato dall’Osce di crimini di guerra tra cui stupri, torture e omicidi di massa condotti nella guerra del Donbass in corso dal 2014.
Alcuni miliziani sarebbero comunque ancora asserragliati nell’impianto.