di Giuseppe Gagliano –
L’attacco su larga scala della Russia alla rete elettrica ucraina rappresenta un’escalation significativa nel conflitto in corso, mettendo in luce l’intento di Mosca di indebolire la resilienza infrastrutturale di Kiev in vista dell’inverno. L’uso di oltre 200 missili e droni, di cui molti abbattuti dalle difese aeree ucraine, dimostra non solo la capacità russa di proiettare potenza ma anche l’efficacia delle contromisure ucraine sviluppate nel tempo.
Questo attacco, descritto come il più massiccio dall’inizio dell’invasione, evidenzia un cambiamento strategico nella guerra, con Mosca che sembra puntare a logorare le infrastrutture civili critiche per creare disordini e difficoltà economiche e sociali. La risposta ucraina, che include il potenziamento delle difese nella regione di Pokrovsk e l’uso di droni a lungo raggio contro obiettivi russi, indica un tentativo di mantenere l’equilibrio strategico e colpire al cuore delle capacità logistiche e militari russe. La possibilità che un drone russo abbia violato lo spazio aereo polacco sottolinea il rischio crescente di un’espansione del conflitto oltre i confini ucraini, coinvolgendo potenzialmente i membri della NATO.
La solidarietà e il sostegno degli alleati occidentali, espressi anche dall’impegno degli Stati Uniti a fornire attrezzature per il ripristino della rete elettrica ucraina, giocano un ruolo cruciale nel sostenere Kiev contro le pressioni russe. Tuttavia l’incremento delle capacità offensive dell’Ucraina, con lo sviluppo di nuove armi come il “drone missile”, riflette la determinazione del paese a non solo difendersi, bensì a portare il conflitto all’interno del territorio russo. Questo scenario complesso evidenzia una guerra di logoramento in cui entrambe le parti cercano di sfruttare le proprie capacità tecnologiche e strategiche per prevalere, mentre il rischio di un allargamento del conflitto continua a rappresentare una minaccia tangibile alla stabilità regionale e globale.