di Simone Chiusa –
Il 10 maggio la Russia ha aperto a sorpresa un nuovo fronte, sfondando il confine nella regione di Kharkiv. Come affermato dal ministro della Difesa britannico, Putin ha pianificato questa mossa per disperdere le forze di difesa ucraine, alleggerendo la pressione dal fronte est del Lugansk e Donestk.
Dall’inizio dell’offensiva sono passati due mesi e non sono stati registrati significativi passi avanti per gli uomini di Mosca. Le truppe russe avanzano lentamente, anticipate da pesanti bombardamenti nella città di confine Vovchansk, a 75 km da Kharkiv, e a Lyptsi, a 30 km da Kharkiv.
Come riportato dal Kyiv Independent, uomini del Russian African Corp stanno affiancando le truppe di Mosca nei combattimenti nei pressi di Vovchanks e Lyptsi. Nonostante la crescente violenza dei bombardamenti (solo pochi giorni fa è stato colpito un ospedale pediatrico), i militari russi faticano ad avanzare e le perdite aumentano. Come affermato dal colonnello ucraino Viktor Solimchuk, le truppe russe stanno cercando di creare una “buffer zone” da cui poter colpire la città di Kharviv con l’artiglieria, tuttavia le pesanti perdite stanno complicando le operazioni.
Gli aiuti occidentali, seppur non sempre tempestivi, continuano a foraggiare e sostenere le forze ucraine. Nei giorni scorsi, durante il summit NATO a Washington, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato ricevuto alla Casa Bianca e Joe Biden ha annunciato l’arrivo di un nuovo pacchetto di aiuti di 225 miliardi di dollari. Il presidente degli USA ha inoltre comunicato l’invio di missili antiaerei Patriot, in difesa delle oltre 3mila bombe che Vladimir Putin sgancia ogni mese sull’Ucraina. Oltre ai missili Patriot, verranno consegnati missili antiaerei FIM-92 Stinger e munizioni per il sistema di lanciarazzi M142 HIMARS.
La situazione in Ucraina si sta avvicinando sempre di più ad uno stallo, grazie ad una tenace ed organizzata difesa, sostenuta dagli aiuti dell’occidente, e a causa dell’incapacità logistica e tattica russa.