Ucraina. L’occidente continua ad inviare soldi e armi. I russi prendono Mariupol

27 miliardi dal G7, ma i russi non mollano.

di Guido Keller

I ministri delle Finanze del G7 hanno annunciato l’iniziativa di dare all’Ucraina altri 24 miliardi di dollari, e si sono detti intenzionati “a fare anche di più se necessario”. Contestualmente il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha reso noto di aver disposto un nuovo pacchetto di aiuti finanziari all’Ucraina per un valore pari a 500 milioni di dollari, ma già è stato fatto sapere che a breve il presidente Usa Joe Biden annuncerà un ulteriore invio di 800 milioni di dollari.
L’occidente continua quindi a sostenere l’Ucraina sottoposta all’invasione russa, mentre per Mosca il nocciolo della questione rimane l’interazione del paese con la Nato: alla Tass l’alto funzionario del ministero degli Esteri russo Alexey Polishchuk ha insistito che “l’operazione speciale in Ucraina verrà chiusa nel momento in cui saranno raggiunti tutti gli obiettivi prefissati, tra cui la smilitarizzazione del paese, la sua denazificazione e la minaccia rappresentata dal continuo sostegno dei paesi Nato”.
Fin dall’inizio del conflitto affluiscono in Ucraina armi e soldi dell’occidente, ma non tutti i paesi sembrano disposti a tenere il passo. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha infatti reso noto di non voler fornire armi pesanti all’Ucraina in quanto servirebbero “per reagire alle contingenze”, ovvero a contrastare la minaccia di una guerra su più ampia scala. Una posizione che ha portato l’ambasciatore ucraino a Berlino, Andrij Melnyk, ad affermare la sua “delusione”. La Spagna ha spedito proprio oggi 200 tonnellate di armi.
Intanto sul campo si continua a combattere, ed è certo che più gli ucraini combattono, più i russi non mollano.
Dopo aspri combattimenti e la sua quasi completa distruzione, la città di Mariupol è stata presa dai russi, salvo una sacca di resistenza di miliziani del battaglione Azov nell’acciaieria Azovstal, nei cui tunnel sotterranei vi sarebbero rifugiati molti civili. In un primo momento era dato per oggi l’assalto finale al complesso industriale, ma poi il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato pubblicamente al ministro della Difesa Sergey Shoigu di “sigillare l’acciaieria in modo che non voli neanche una mosca”, ma di non impegnare le truppe nell’assalto al fine di prevenire un bagno di sangue. Da Mosca è stato poi fatto sapere che è stato aperto un corridoio umanitario per lasciare uscire civili e militari ucraini dall’Azovstal, ma non si sa se la cosa vale anche per i miliziani del battaglione Azov, molti dei quali stranieri e dichiaratamente neonazisti.
I vertici militari russi punterebbero ora alla conquista di Kherson per poi andare a Mikolaiv, entrambe città già pesantemente bombardate. La presa di Mikolaiv permetterebbe di puntare su una direttiva via terra a Odessa.