di Enrico Oliari –
Sullo stemma di Pokrovsk compare una rondine che vola un ramo d’ulivo sul becco. Pokrovsk, per i russi Krasnoarmeïsk, è una città dell’ooblasto di Donetsk di 60mila abitanti verso la quale i russi stanno spingendo, 40 attacchi negli ultimi giorni, nel tentativo di espugnarla e prendere così il controllo di un importante nodo strategico. La caduta della città innescherebbe un effetto domino che porterebbe alla rapida conquista di altri centri della regione, ma ancor più potrebbe tradursi nel crollo del fronte ucraino, per cui già ora vi è una “situazione estremamente difficile”, come ha ammesso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Dello stesso avviso David Cohen, direttore aggiunto della Central Intelligence Agency (CIA) degli Stati Uniti, il quale ha riconosciuto che le forze russe “stanno facendo progressi lì (…) Possono prendere Pokrovsk”.
Mentre le forze d’élite, ben equipaggiate dagli occidentali, combattono nella regione russa di Kursk in quella che è una sortita dal basso profilo strategico, negli ultimi giorni nel Donetsk sono cadute Orlovka, Kamyshevka, Nikolayevka, Kostantinivka e Novozhelannoye; in quello di Lugansk i russi hanno conquistato Stelmakhovka, mentre oggi hanno preso Sinkvika nella regione di Kharkiv.
Difficilmente gli ucraini cederanno Pokrovsk senza combattere, per cui si profila una nuova Bakhmut, con numerose perdite da entrambe le parti.
Intanto Pokrovsk è bersaglio dei droni e dei missili russi, attacchi finalizzati a indebolire le difese ucraine.
Sul fronte di Kursk gli ucraini stanno cercando, nonostante le gravi perdite, di entrare a Korenevo e di allargare i fianchi dell’offensiva, che per ora rimane contenuta nelle aree rurali.
Oggi è stata ammessa da parte ucraina la perdita di un F-16 fornito dagli Usa: secondo Kiev l’aereo si sarebbe schiantato il 26 agosto per un errore del pilota Oleksiy Mes, deceduto, ma è alta la probabilità che il velivolo sia stato abbattuto dalle forze russe.