
di Guido Keller –
Dopo il via libera della Casa Bianca, gli ucraini hanno colpito obiettivi nel territorio russo con i missili Himars. Stando a quanto riportato dalla vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk ad essere centrati sarebbero stati un sistema missilistico S-300, una caserma un centro di stoccaggio di armi pesanti nel distretto di Korochansky, nella regione di Belgorod. Le notizie non sono state confermate da Mosca, ma sono rimbalzate su diversi canali Telegram russi. Il governatore di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, ha riferito di una vittima a causa dell’esplosione di un magazzino.
La condizione posta dagli Usa per l’impiego delle loro armi era quella che venissero usate solo per contrastare l’avanzata russa in un momento in cui le forze ucraine stanno subendo la pressione nemica, anche perché obiettivi di maggiore rilevanza comporterebbero una reazione russa imprevedibile. Tant’è che il Washington Post ha riportato fonti dell’amministrazione Usa preoccupate in quanto i russi potrebbero interpretare tali attacchi come una minaccia alla propria capacità di deterrenza strategica.
Intanto sul piano diplomatico torna a muoversi la Cina, anche perché non si sa a cosa possa portare il vertice per la pace del 15 e 16 giugno in Svizzera, dal momento che non è stata invitata la Russia. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi si è incontrato con il collega turco Hakan Fidan, il quale si è detto interessato alla proposta sino-brasiliana in sei punti: per Wang “il mondo ha bisogno di esprimere voci più obiettive, equilibrate, positive e costruttive sulla crisi ucraina”, e sarebbero già una quarantina i paesi disposti a sostenere il piano, seppure con sfaccettature diverse. Wang ha anche confermato che la Cina non sarà presente a Ginevra, pur considerando lo sforzo di mediazione della Svizzera.