Ucraina. Omicidio Zakharchenko: Lavrov, ‘oggi blasfemo un incontro del Quartetto di Normandia’

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Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov è intervenuto oggi durante un programma del primo canale russo sul caso dell’omicidio del 42enne Alexander Zakharchenko, presidente dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk: “Il formato Normanno – ha spiegato Lavrov – noi non lo rifiutiamo, ma ora sarebbe semplicemente inadeguato e blasfemo un incontro, soprattutto quando né Berlino né Parigi hanno espresso la loro condanna dell’omicidio avvenuto a Donetsk”.
Zakharchenko è rimasto vittima pochi giorni fa di un attentato dovuto ad un ordigno esplosivo piazzato in un locale ove era solito bere il caffè, e del fatto le autorità russe e quelle del Donbass hanno accusato i servizi segreti ucraini, l’Sbu. Questi si sono dichiarati estranei ai fatti ritenendo che i responsabili vadano ricercati nei “conflitti interni” alle nuove oligarchie di Donetsk e ai loro affari poco limpidi.
Lavrov nel corso della trasmissione ha spiegato che “né Berlino né Parigi possono influenzare il presidente Poroshenko, che continua a trascurare le sue responsabilità, e non è il primo anno. Gli unici che possono influenzare la parte ucraina sono gli Stati Uniti”.
Il Quartetto di Normandia (o Normanno), formato da Ucraina, Russia, Francia e Germania, ha stabilito nel febbraio 2015 gli accordi di Minsk II, il quale prevede

1. Il cessate il fuoco immediato e totale nelle regioni di Donetsk e Lugansk dal 15 febbraio;
2. Il ritiro di tutte le armi pesanti in modo da creare una zona cuscinetto di almeno 50 chilometri per l’artiglieria con un calibro di 100 millimetri o oltre, 70 chilometri per i lanciarazzi multipli, 140 chilometri per sistemi di lancio multipli Tornado e altri. Per le truppe ucraine la zona comincia dalla linea del fronte, mentre secondo i ribelli inizia dalla linea del fronte al 19 settembre scorso, data dell’ultima intesa a Minsk. Tuttavia i separatisti si sono spinti in territorio gvernativo nel frattempo. Il ritiro delle armi pesanti deve cominciare entro 48 oltre dall’avvio della tregua, perciò entro il 17 febbraio, e non durare più di 14 giorni.
3. Il controllo da parte dell’Osce della tregua e il ritiro delle armi pesanti dal primo giorno: l’Osce potrà usare droni e satelliti.
4. Dal 16 febbraio dovrà avere inizio un dialogo sull’organizzazione di elezioni locali a Lugansk e Donetsk oltre che sul futuro “regime” nelle aree separatiste, sulla base della legge ucraina che concede loro temporanea autonomia. Entro 30 giorni il Parlamento ucraino dovrà varare un decreto che definisca i confini geografici della zona autonoma, sula base dell’intesa di settembre. Le regioni separatiste hanno il diritto di decidere il linguaggio da usare.
5. L’amnistia per coloro che hanno partecipato al conflitto a Donetsk a Lugansk, che avranno garantità l’immunità penale.
6. Il rilascio e scambio di tutti gli ostaggi e i prigionieri detenuti illecitamente, sulla base “tutti in cambio di tutti”, a partire da cinque giorni dopo il ritiro delle armi pesanti.
7. La garanzia di accesso e distribuzione degli aiuti umanitari.
8. L’obbligo per le parti di restaurare i legami sociali ed economici, compresi il pagamento di pensioni e tasse. L’Ucraina ristabilirà un sistema bancario nelle aree del conflitto, con la possibilità di un meccanismo internazionale per facilitare i trasferimenti di denaro.
9. L’Ucraina controllerà i confini territoriali in tuta l’area del conflitto. Il processo dovrebbe iniziare il giorno dopo le elezioni locali e va completato entro fine 2015, a condizione che siano state attuate le riforme costituzionali previste al punto 11.
10. Il ritiro di tutti i gruppi armati stranieri, equipaggiamenti militari e mercenari dall’Ucraina, sotto la vigilanza dell’Osce. I gruppi illegali andranno disarmati.
11. L’introduzione di una nuova Costituzione ucraina, concordata con i rappresentanti di Donetsk e Lugansk, dovrà entrare in vigore entro fine 2015 con una previsione di decentramento. Legislazione sulla status speciale delle regioni ribelli entro fine 2015.
12. Elezioni locali nelle regioni separatiste, monitorate dall’Osce.
13. L’intensificazione dell’attività del gruppo di contatto trilaterale (Russia, Ucraina e separatisti) con la partecipazione di gruppi di lavoro per attuare il piano di pace
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