Ucraina. Risk Assessment: foreign fighters, battaglioni di volontari e minaccia terroristica

di Giuliano Bifolchi

La presenza di foreign fighters e battaglioni di volontari in Ucraina accresce il rischio geopolitico dello scacchiere strategico eurasiatico essendo questi attori non statali impegnati attualmente nel combattere le forze armate russe e al contempo collegati direttamente o indirettamente con membri della diaspora o della militanza armata-jihadista che negli ultimi anni hanno operato nello spazio post-sovietico e in Medio Oriente.
Nel maggio 2022 SpecialEurasia pubblicava il libro Conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa (Enigma Edizioni), un lavoro che si era posto di monitorare in che modo i diversi gruppi terroristici e la narrativa jihadista si erano comportati di fronte allo scoppio del conflitto ucraino. In tale ricerca veniva sottolineato il rischio geopolitico derivante dal conflitto in Ucraina e la sua possibile connessione con la galassia del terrorismo internazionale: timori che tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 hanno trovato fondamento quando i media occidentali e russi hanno riportato la notizia che militanti di Ajnad al-Kavkaz, organizzazione terroristica attiva in Siria composta da foreign fighters nord caucasici, si sarebbero recati nel territorio ucraino per prendere parte al conflitto contro le forze armate russe unendosi al Battaglione ceceno Shaykh Mansur.[1]
Le immagini circolate sui vari social network e riportate dai media ritraevano il leader di Ajnad al-Kavkaz, Rustam Azhiev conosciuto con il nome di battaglia di Abdul Hakim al-Shishani (il ceceno), mentre incontrava Akhmed Zakayev, ex primo ministro della Repubblica cecena di Ichkeria che attualmente vive in esilio nel Regno Unito.[2]
Da quanto sopra riportato si evince il ruolo e l’importanza che possono avere i foreign fighters (combattenti stranieri)[3] e battaglioni di volontari all’interno di un contesto bellico che vede impegnati non solo gli eserciti regolari russi e ucraini. Sin dall’inizio delle ostilità, come riportato in precedenza da SpecialEurasia, si è andato a delineare un movimento internazionale di supporto all’Ucraina alternativo volto a sostenere militarmente in loco quella che viene definita come “resistenza armata contro l’aggressore russo”.
Così, in pochi giorni, si è formata la “legione internazionale” promossa dalle stesse autorità ucraine, compagine militare che recluta volontari provenienti da tutto il mondo il cui scopo è quello di contrastare e combattere le forze armate russe.[4]
Secondo quanto riferito dallo stesso ministero della Difesa russo in più occasioni, la Legione Internazionale sarebbe formata da volontari provenienti da diverse parti del mondo, in special modo paesi occidentali e dello spazio post-sovietico, che Mosca definisce come “mercenari” e quindi combattenti irregolari all’interno di un contesto bellico in cui, sempre secondo la narrativa del Cremlino, si sta svolgendo una “operazione militare speciale”.[5]
Questo report mira quindi a fare luce su quali siano i gruppi di volontari originari dello spazio post-sovietico che attualmente sarebbero implicati nel conflitto ucraino e comprendere quali minacce possano questi combattenti in futuro rappresentare non solo per la Federazione Russa, ma anche per i paesi europei.

I battaglioni ceceni Dzhokhar Dudayev e Shaykh Mansur.
Secondo quanto dichiarato da Akhmet Zakayev lo scorso settembre 2022, cinque battaglioni ceceni sarebbero impegnati nel conflitto ucraino con il fine di combattere le forze armate russe. La scelta di supportare il governo di Kiev sarebbe dovuta alla volontà da parte dei combattenti ceceni di non aprire un secondo fronte in Cecenia per paura di una possibile ritorsione russa contro la popolazione locale.
Facendo fede alle informazioni fornite da Zakayev, fonte che però non può essere considerata completamente affidabile, in Ucraina starebbero combattendo in supporto alle forze locali di Kiev il battaglion Sheikh Mansour, il battaglione Dzhokhar Dudayev, il battaglione Noman Chelebidzhikhan, un battaglione ceceno di forze speciali posto sotto la direzione principale dell’Intelligence del Ministero della difesa ucraino come parte della Legione Internazionale, e un battaglione di nuova formazione di cui lo stesso ex primo ministro ceceno ha fornito poche informazioni.[6]
A tal proposito è possibile evidenziare come Abubakar Yangulbaev, avvocato ceceno per i diritti umani membro di Committee Against Torture, abbia dichiarato a inizio gennaio 2023 sui suoi canali social che in Ucraina sarebbero impegnati oltre ai ben noti Battaglione Dzhokhar Dudaev e Battaglione Shaykh Mansur anche il Battaglione Khamzat Gelaev, le Forze Armate di Ichkeria OBON e il Battaglione d’assalto Bezumnaja Staja.
La presenza di queste formazioni militari di volontari nel territorio ucraino ricalca la recente storia del paese caratterizzata dalla Guerra del Donbass iniziata nel 2014 e culminata con l’invasione militare russa (che il Cremlino definisce come ‘operazione militare speciale)[7] e lo scoppio del conflitto nel febbraio 2022. Infatti i battaglioni Dzhokhar Dudayev e Shayk Mansur sono stati creati proprio nel 2014 come gruppi armati di volontari che combattevano in supporto alle forze armate ucraine impegnate contro le forze separatiste filo-russe di Donetsk e Lugansk.
Nello specifico, il Battaglione internazionale di mantenimento della pace intitolato a Dzhokhar Dudayev viene definito come una formazione armata volontaria non governativa composta principalmente da ceceni emigrati dalla Russia dopo il Secondo Conflitto Ceceno (1999-2009) a cui è possibile aggiungere volontari provenienti da Georgia, Azerbaigian, Polonia, Lettonia, Lituania, Estonia, Svezia, Inghilterra, Norvegia, Danimarca, Francia, Austria, e Finlandia.
Il battaglione prende il nome da Dzhokhar Dudayev, primo presidente della Repubblica cecena di Ichkeria ucciso nel 1996 dalle forze armate russe, ed è stato creato nel marzo 2014 in Danimarca da parte del movimento sociale e politico Svobodny Kavkaza (Caucaso Libero) con l’intento di dare vita a un gruppo armato in grado di prendere parte al conflitto nell’Ucraina orientale. Attualmente questa compagine militare di volontari combattenti è guidata da Adam Osmaev, attivista ceceno accusato di aver tentato di assassinare il presidente russo Vladimir Putin. Osmaev nel 2017 è riuscito a sfuggire a un attentato da parte di “operativi russi” nella città di Kiev nel quale, però, è rimasta uccisa la moglie.[8]
Il Battaglione internazionale per il mantenimento della pace Shaykh Mansur è considerato una formazione armata volontaria non governativa composta principalmente da ceceni emigrati dalla Russia dopo il conflitto ceceno. Il battaglione prende il nome dallo Shaykh Mansur Ushurma che guidò la resistenza contro l’espansionismo russo della zarina Caterina la Grande durante la fine del XVIII secolo.[9] Questa formazione militare è guidata da Muslim Cheberloevsky il quale, in un video pubblicato nel febbraio 2022, aveva confermato che sia lui che i suoi combattenti erano impegnati nelle azioni militari contro le forze armate russe.[10]

Battaglioni di volontari e combattenti stranieri collegati allo spazio post-sovietico.
A questi due battaglioni di stampo ceceno, a differenza di quanto dichiarato da Zakayev, si aggiungono altre formazioni militari in cui è plausibile la presenza di combattenti ceceni, ma il cui elemento identitario caratterizzante è differente. In questo caso, per l’appunto, esiste una discrepanza tra quanto affermato dall’ex primo ministro della Repubblica cecena di Ichkeria e quanto verificato tramite le fonti aperte in merito ai diversi battaglioni di combattenti stranieri che operano nel contesto bellico ucraino.
È quindi doveroso citare la Legione Nazionale Georgiana fondata da Mamuka Mamulashvili, che in passato ha svolto operazioni di sabotaggio e ricognizione nella area di Donetsk e Lugansk mentre attualmente, secondo alcune fonti, questo gruppo di volontari parteciperebbe alla difesa dell’Ucraina come parte del 25° battaglione di difesa territoriale della regione di Kiev.[11]Sconosciuta ai molti, nell’aprile 2022 la Lezione Nazionale Georgiana è divenuta nota per un video apparso online in cui i volontari venivano filmati mentre uccidevano dei soldati russi catturati durante i combattimenti.[12]
Memorial dedicated to soldiers of the Georgian Legion killed during the 2022 Russian invasion of Ukraine, at the base of the 9 April Memorial in Tbilisi.
Memoriale dedicato ai soldati della legione georgiana uccisi durante l’invasione russa dell’Ucraina del 2022, alla base del Memoriale del 9 aprile a Tbilisi (Credits: Giorgi Abdaladze, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons)
Il Battaglione intitolato a Noman Chelebidzhikhan (nome originale in lingua tatara Adina Milliy Gvardiya Noman Çelebicihan) è stato fondato nel 2016 da Lenur Islyamov come formazione armata volontaria non governativa in rappresentanza dei tatari di Crimea o, secondo le parole dello stesso Islyamov, dell’intera popolazione crimeana.[13]
Chiamato così in onore del primo presidente del governo della Repubblica popolare di Crimea formatosi durante la guerra civile in Russia, Noman Chelebidzhikhan, dal gennaio 2016, insieme ai Mejlis del popolo tataro di Crimea , al gruppo paramilitare Pravy Sector, al Corpo dei Volontari Ucraini, al Battaglione Azov e altre formazioni paramilitari, ha preso parte alla Guerra in Donbass già in passato con azioni di sabotaggio, pattugliamento e ricognizione.[14]
In precedenza diversi membri del battaglione sembrerebbe avessero preso parte al blocco di Crimea nato in contrapposizione al referendum che ha decretato l’annessione della penisola alla Federazione Russa. Secondo le parole di Franz Klintsevich, primo vicepresidente del Comitato per la difesa del Consiglio della Federazione, riportate da alcune fonti mediatiche russe e facendo fede a foto e video girati sui diversi social network, il battaglione avrebbe ricevuto supporto dalla Turchia.[15]
Di recente formazione è il Battaglione Turan fondato nel novembre 2022 dal cittadino kirghiso Almaz Kudabek. Secondo un’intervista apparsa sia su YouTube che sul canale Telegram BASE dell’oppositore politico kazako Aidos Sadykov, il Battaglione Turan guidato da Kudabek comprende combattenti kazaki, kirghisi, buriati, daghestani e altai desiderosi di fornire sostegno alle Forze armate ucraine impegnate nella lotta contro i soldati russi, i combattenti ceceni kadyrovtsy fedeli al leader ceceno Ramzan Kadyrov,[16] e i contractor militari della compagnia militare privata russa Wagner.
Nel video di presentazione del battaglione apparso sui social, Almaz Kudabek ha accusato il presidente russo Vladimir Putin di aver organizzato un genocidio contro il popolo turco e ha promesso di distruggere il “regime shaitan(malvagio)” di Ramzan Kadyrov e il “regime imperiale” di Vladimir Putin.[17]

Risk assessment
Guardando il profilo dei battaglioni presenti nel conflitto ucraino e sommandoli ai volontari che attualmente combattono nella Legione Internazionale promossa da Kiev è possibile affermare che quanto sta avvenendo in Ucraina abbia assunto un carattere decisamente internazionale. Infatti, non solo il conflitto ucraino ha generato l’aperto scontro tra Mosca, Bruxelles e Washington con l’Occidente disposto ad adottare continui pacchetti di sanzioni ai danni della Federazione Russa e al contempo a elargire aiuti economici e bellici alla parte ucraina, ma ha anche attirato l’interesse di diversi attori geopolitici non statali che si sono riversati in territorio ucraino per supportare Kiev e anche perseguire un proprio obiettivo latente.
La presenza di militanti di Ajnad al-Kavkaz eleva il rischio geopolitico regionale e conferma i timori che diversi specialisti hanno espresso, in primis il team di SpecialEurasia, sul fatto che il territorio ucraino possa divenire un luogo attrattivo per diversi combattenti jihadisti così come il conflitto ucraino possa essere tramutato in un grande ‘campo di addestramento’ dove i diversi foreign fighters possono acquisire esperienza militare e riuscire a entrare in possesso di armi moderne.
In questo contesto è innegabile che il forte impegno dei battaglioni ceceni Dzhokhar Dudayev e Shaykh Mansur possa essere ricollegabile con la fallimentare esperienza della Repubblica cecena di Ichkeria la cui vita breve venne conclusa con l’intervento militare della Russia del presidente Vladimir Putin.
L’odio spesso professato nei confronti del Cremlino e di Putin, così come del suo alleato storico in Cecenia Ramzan Kadyrov, ha dato vita a delle compagini militari che attualmente sono impegnate nel conflitto ucraino, ma che in futuro potrebbero utilizzare gli armamenti di cui sono entrati in possesso (molti dei quali di provenienza occidentale) e la notorietà acquisita tramite la loro continua campagna promozionale sui canale social di Telegram e Facebook per iniziare una lotta all’interno del territorio ceceno stesso, rischio che il Cremlino deve assolutamente evitare per non rischiare che la repubblica nord caucasica così come l’intera regione piombino di nuovo nell’instabilità e insicurezza che le ha contraddistinte per tutti gli anni Novanta e per la prima decade del XXI secolo.
La Legione Nazionale Georgiana, invece, sottolinea la ferita aperta nei rapporti russo-georgiani nata dal conflitto del 2008 che ha decretato l’indipendenza delle repubbliche di Abcasia e Ossezia del Sud ritenute da Tbilisi come territorio sovrano georgiano sotto occupazione russa. Non è un caso, infatti, che il fondatore del battaglione Mamuka Mamulashvili abbia partecipato a soli 14 anni alla Guerra in Abcasia (1992-1993) sotto il comando di suo padre, allora generale georgiano, e che sia tornato in patria dopo tre mesi di cattività e grazie a uno scambio con un prigioniero abcaso.[18]
Consigliere dal 2009 al 2012 del Ministro della difesa della Georgia,[19] Mamulashvili ha dichiarato di non prendere prigionieri russi durante i combattimenti sottolineando il grande risentimento e odio esistente che una parte della popolazione georgiana ha nei confronti della Russia e mettendo in risalto la difficile situazione esistente in un’altra delicata regione dello spazio post-sovietico come quella del Caucaso. A tal proposito, occorre ricordare come diverse volte il governo di Kiev ha esortato quello di Tbilisi nell’aprire un ‘secondo fronte’ militare e di combattimenti per la Russia, eventualità che però la Georgia ha sempre respinto.[20]
In questo quadro d’insieme non è possibile dimenticare il Battaglione Noman Chelebidzhikhan e il Battaglione Turan che raggruppano combattenti volontari di ceppo turco/turcofono. Accomunati dalla lotta contro l’invasore russo, il loro elemento identitario turco/turcofono potrebbe essere sfruttato da Ankara, attore di primo piano nello scacchiere geopolitico eurasiatico che ha esercitato un ruolo ambiguo nel conflitto ucraino e nello scontro tra Russia e Occidente, delineando ancora una volta come gli interessi in politica estera turca possano contrastare quelli russi.
Tranne per la Legione Nazionale Georgiana, gli altri battaglioni possono condividere un ulteriore elemento aggregante come quello religioso, perché la maggior parte dei combattenti volontari è di fede musulmana sunnita: questo aspetto, infatti, potrebbe essere cavalcato ulteriormente dalla propaganda jihadista per trasformare il suolo ucraino in un immenso centro di addestramento e reclutamento di combattenti la cui esperienza bellica e di guerriglia armata potrebbe essere convogliata in una lotta maggiore e più ampia una volta che il conflitto ucraino sarà terminato.
Una possibilità che non può essere sottovalutata se si pensa a come la propaganda jihadista abbia trattato il tema del conflitto in Ucraina decretandolo come una opportunità per i diversi militanti di entrare in possesso di armamenti avanzati e addestramento militare così come di di stabilirsi in Europa grazie anche al decreto presidenziale ucraino in cui si afferma che i combattenti stranieri che hanno preso parte alla lotta in Ucraina orientale hanno la possibilità di richiedere la cittadinanza ucraina.[21]

Note:
[1] ISLAMIC WORLD NEWS (2023) Ajnad al-Kavkaz; from Chechnya to Syria and Ukraine.
[2] SULTAN AL-KANJ (2022) Chechen fighters leave Syria to battle Russians in Ukraine, Al-Monitor.
[3] Il termine foreign fighters, combattenti stranieri, è stato ampliamente usato nel recente passato nella letteratura accademica e nei media occidentali per delineare coloro che avevano deciso di arruolarsi tra le file dello Stato Islamico. In questa analisi, invece, con tale termine si vogliono delineare quei combattenti non facenti parte dell’esercito regole di Russia o Ucraina che sono presenti nel teatro bellico ucraino e che combattono in supporto di una delle parti belligeranti. Sullo stato giuridico dei combattenti stranieri si è molto dibattuto, in special modo se considerarli come dei foreign fighters, volontari stranieri oppure mercenari. Cfr. TANYA MEHRA LL.M, ABIGAIL THORLEY (2022) Foreign Fighters, Foreign Volunteers and Mercenaries in the Ukrainian Armed Conflict, International Center for Counter-Terrorism.
[4] Il portale ufficiale Fight for Ukraine creato dal governo ucraino promuove la Legione Internazionale e offre la possibilità di arruolamento.
[5] Il ministero della Difesa russo pubblica con cadenza regolare il numero dei combattenti stranieri presenti sul territorio ucraino come si evince dal seguente documento.
[6] ANDREY KUSHCHENKO, «Glava Ichkerii v izgnanii Ahmed Zakaev rasskazal, kakoe kolichestvo chechenskih batal’onov vojuet za Ukrainu», Patriot Donbassa, 2022.
[7] Si è molto dibattuto sui termini aggressione militare russa, invasione russa, conflitto, operazione militare speciale, e guerra, i quali sono stati adottati dalle autorità russe, ucraine, occidentali e dai media per definire quanto sta accadendo in Ucraina. In questa analisi, l’autore preferisce adottare il termine conflitto per descrivere quanto avvenuto dal febbraio 2022 ad oggi riportando, però, anche la definizione di Mosca che descrive quanto sta accadendo in territorio ucraino come una ‘operazione militare speciale’ assimilabile a quanto avvenuto in Cecenia dal 1999 al 2009 definito in Occidente e dalla letteratura accademica come Secondo Conflitto Ceceno e invece etichettato dal Cremlino come ‘operazione anti-terrorismo’. Con il termine invasione si indica in questo testo, invece, il semplice atto militare da parte dell’esercito russo di entrare all’interno di un territorio straniero.
[8] SHAUN WALKER (2017) Russia blamed for attack on Chechen pair who fought with Ukrainians, The Guardian.
[9] GIULIANO BIFOLCHI (2022) Storia del Caucaso del Nord tra presenza russa, Islam e terrorismo, Anteo Edizioni, Cavriago (RE), pp. 39-41.
[10] SILVIA BOLTUC, GIULIANO BIFOLCHI, DANIELE GAROFALO (2022) Conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa, Enigma Edizioni, Firenze, pp. 32-39.
[11] IRINA KONONEKO (2015) Inostrancy-legionery vojujut za Ukrainu, Nastojashhee Vremja; MARIA GAFUROVA (2022) RIAN: na Ukraine protiv armii RF vojuet «Gruzinskij legion», Ura.ru Informacionnoe agentstvo.
[12] REALITY CHECK, BBC (2022), Video appears to show killing of captive Russian soldier.
[13] ISLAM V UKRAINE (2016) Pojavilis’’ Foto Batal’’ona Imeni Nomana Chelebidzhihana.
[14] DAMENI SHARKOV (2016) Ukraine’s Crimean Tatar Battalion To Start Border Patrols, Newsweek.
[15] RIA NOVOSTI (2015) Klincevich: Turcija davno razygryvaet “krymsko-tatarskuju” kartu; REGNUM (2015) Organizatoram blokady Kryma pomogaet Minoborony Turcii; CRIMEAN NEWS AGENCY (2016) Crimean Tatar battalion got help from Turkey.
[16] GIULIANO BIFOLCHI (2022) Ukraine conflict, kadyrovtsy and Chechnya, SpecialEurasia.
[17] GIULIANO BIFOLCHI (2022) Established the Turkic ‘Turan Battalion’ in Ukraine to fight against Russian armed forces, Geopolitical Report ISSN 2785-2598 Volume 25 Issue 4, SpecialEurasia.
[18] TATYANA OREL (2015) Komandir «Gruzinskogo legiona» Mamuka MAMULAShVILI: «Vojna v Ukraine skoro zakonchitsja — jeto poslednie konvul’sii rossijskoj vlasti, Bulvar Gordona N.7 (511).
[19] NICHOLAS WALLER (2016) American Ex-Paratrooper Joins Georgian Legion Fighting in Ukraine, Georgia Today.
[20] GIULIANO BIFOLCHI (2022) Will Georgia open a “second front” against Russia?, SpecialEurasia.
[21] EVGENY BELOV (2022) “Chechency – jeto ljudi, kotorye za nas”. Predstavitel’ prezidenta Ukrainy – o dobrovol’cah i jekstradicijah, Kavkaz Realiy.

Memoriale dedicato ai soldati della legione georgiana uccisi durante l’invasione russa dell’Ucraina del 2022, alla base del Memoriale del 9 aprile a Tbilisi (Credits: Giorgi Abdaladze, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons – SpecialEurasia).

Articolo in mediapartnership con Speciale Libia.