di Giuseppe Gagliano –
In un angolo della Romania, a Fetesti, prende forma un’alleanza silenziosa ma cruciale per il destino dell’Ucraina. Il 7 maggio Romania e Paesi Bassi hanno siglato un memorandum per creare un centro congiunto di addestramento tecnico per il personale ucraino che opererà sui caccia F-16. Non si tratta solo di piloti, già formati nel vicino Centro Europeo per l’Addestramento dei Piloti di F-16, ma di tecnici specializzati, coloro che renderanno questi aerei davvero operativi. “Ogni giorno vediamo quanto sia vitale la difesa aerea per l’Ucraina”, ha dichiarato il Ministero della Difesa olandese. E non è retorica: in un cielo di guerra, gli F-16 sono una speranza concreta per Kiev.
Il centro di Fetesti sarà un hub di competenze avanzate. Gli F-16, gioielli della tecnologia militare, richiedono esperti capaci di gestire elettronica, idraulica, avionica, armamenti e motori. I tecnici ucraini impareranno a montare missili e bombe, integrare sistemi di guida e collaudare complessi apparati elettronici. Un lavoro minuzioso, indispensabile per tenere i caccia in volo contro le forze russe. I Paesi Bassi, che già hanno formato tecnici ucraini nella base di Volkel, portano in dote esperienza e risorse: 24 F-16, sette motori, pezzi di ricambio e attrezzature per 80 milioni di euro. A questo si aggiungono 150 milioni di euro per armamenti, con altri 300 milioni previsti entro fine anno. Anche gli Stati Uniti contribuiscono, fornendo F-16 dismessi per rafforzare la flotta ucraina.
Ma l’impegno olandese va oltre. Amsterdam ha lanciato un progetto ambizioso, “Using Space for Military Purposes”, per sviluppare satelliti ad alte prestazioni. Questi strumenti, capaci di rilevare reti radar e comunicazioni dallo spazio, forniranno intelligence in tempo reale non solo all’Ucraina, ma anche alle forze armate olandesi. “Non è solo per Kiev, è per la nostra sicurezza”, ha detto Gijs Tuinman, segretario di Stato alla Difesa, spingendo l’industria a correre contro il tempo. Il Dutch Space Security and Defense Center è già al lavoro per rendere i Paesi Bassi autonomi nella raccolta di dati strategici.
L’appoggio all’Ucraina non si ferma alla tecnologia. I Paesi Bassi hanno stanziato 3,5 milioni di euro per rafforzare le capacità ucraine di indagare sui crimini di guerra commessi durante il conflitto. “Giustizia e difesa vanno di pari passo”, ha dichiarato il ministro della Giustizia, David van Weel. Intanto, a Leopoli, il 9 maggio si è tenuta una riunione di ministri degli Esteri europei per sostenere la creazione di un Tribunale speciale sotto l’egida del Consiglio d’Europa. Obiettivo: processare i leader di Russia, Bielorussia e Corea del Nord per il crimine di aggressione contro l’Ucraina.
Il Tribunale, che potrebbe iniziare a operare nel 2026, si concentrerà su una ventina di figure chiave accusate di aver orchestrato la guerra. Un’operazione complessa, poiché né Russia né Ucraina hanno aderito al protocollo della Corte Penale Internazionale che regola il crimine di aggressione. La Bielorussia, pur non coinvolta direttamente, ha fornito il territorio per l’invasione russa del 2022, mentre la Corea del Nord ha rifornito Mosca di truppe e munizioni, secondo Kiev e i governi occidentali. Polonia e Francia hanno confermato la loro presenza a Leopoli, ma il cammino verso la giustizia è ancora lungo.