Ucraina. Stoltenberg e Putin: prove di distensione?

di Enrico Oliari

Per il momento sembrerebbe allontanarsi lo spettro della terza guerra mondiale, dopo che il presidente russo Vladimir Putin e il segretario della Nato Jens Stoltenberg hanno ribadito sostanzialmente che non vi sono intenzioni da parte russa di attaccare altri paesi della Nato. Il tutto nonostante la retorica messa in piedi in due anni di guerra, soprattutto dai paesi dell’Europa orientale, consisteva nel paventare un attacco imminente, con i russi pronti a marciare su Varsavia e sulle Repubbliche Baltiche.
Dalla Finlandia, dove ha incontrato il presidente Alexander Stubb, Stoltenberg ha ammesso oggi che “Non vediamo alcuna minaccia militare imminente verso alcun alleato della Nato, anche perché la Russia è impegnata in Ucraina. Difatti i russi hanno spostato le loro forze dal confine della Finlandia e dei paesi nordici verso l’Ucraina”. Ha poi ribadito che “stiamo lavorando a un sistema più valido e istituzionalizzato per sostenere l’Ucraina, nonché per trovare l’accordo su un piano finanziario volto a garantire la nostra presenza al fianco dell’Ucraina per più tempo possibile”. Comunque sia, “non schiereremo forze Nato in Ucraina”.
Infine il segretario generale della Nato ha sottolineato che “non può essere messa in dubbio la responsabilità della Nato nei confronti dell’Europa”, per cui “vedo con favore gli sforzi dell’Ue per la propria difesa, ma questi devono essere complementari alla Nato, ovvero che non debbano sostituirla”.
Anche Stubb, presidente di un paese che ha aderito all’Alleanza Atlantica solo un anno fa, ha affermato che “noi non abbiamo intenzione di inviare truppe in Ucraina: dialoghiamo con gli alleati su come aiutare l’Ucraina, attraverso il sostegno economico o relativo alle forniture militari”.
A San Pietroburgo, dove si trova per il Forum economico internazionale, il presidente russo Vladimir Putin ha invece rilasciato una corposa intervista alle principali agenzie internazionali, tra cui l’Ansa. Putin ha ribadito che, nonostante tutti pensino che sia stata la Russia a iniziare la guerra in Ucraina, essa è scaturita dal colpo di stato del 2014 (Maidan), e che l’intervento russo è seguito agli attacchi armati alle popolazioni russofone del Donbass. Putin ha ribadito con forza che la Russia non ha intenzione di attaccare i paesi Nato, anche perché pesa assai di più il potenziale militare della Nato di quello russo, “non siamo scemi, né abbiamo ambizioni imperialistiche”. Certo, se gli Usa smettessero di fornire armi all’Ucraina, “il conflitto terminerebbe in due o tre mesi al massimo”.
Putin ha poi parlato della minaccia nucleare e, ricordando che gli unici ad usare bombe nucleari sono stati gli Usa, ha detto che, secondo la dottrina russa, si ricorre a tutti i mezzi solo “in risposta ad azioni che minacciano la sovranità e l’integrità territoriale del Paese”.
Entrambi i messaggi, quello di Putin come quello di Stoltenberg, sono accomunati da un sapore distensivo, per quanto ancora si è lontani dal mettere fine alla guerra ucraina e comunque i russi stiano progredendo nell’avanzata. Certo è che fino ad oggi l’unico paese a soffrire realmente e pesantemente le ambizioni della Nato e la pressione russa è solo l’Ucraina.