Ucraina. Un insostenibile stallo: adesso che fare?

di Ciro Maddaloni * –

Siamo ad oltre 5 mesi di guerra e la situazione sembra ormai in stallo totale. Gli ucraini sono riusciti ad inchiodare le truppe di occupazione russa dove si erano posizionate inizialmente. Le truppe russe non riescono più ad avanzare in seguito agli attacchi subiti dagli ucraini che, grazie agli armamenti HIMARS forniti dagli USA, sono riusciti a bombardare le loro retrovie dove si trovano le linee di approvvigionamento. Questo ha consentito di bloccare i russi sulla linea del fronte perché sono rimasti senza rifornimenti e senza munizioni.
Adesso che gli ucraini sono riusciti a depotenziare la capacità offensiva delle forze di occupazione russa, hanno iniziato lentamente a spingere indietro l’esercito aggressore e a riconquistare alcune delle aree che erano state occupate dai russi nelle scorse settimane.
Gli ucraini hanno conseguito questi risultati grazie ai 16 sistemi missilistici ricevuti dagli USA, ma hanno ragione nel dire che su un territorio così vasto i sistemi finora ricevuti non bastano. Ne servirebbero almeno 100 secondo le loro stime per poter veramente tentare di respingere gli invasori indietro oltre il confine con la Russia.
Purtroppo in questa fase di stallo come sempre a rimetterci sono i più deboli, da un lato i civili ucraini sempre a rischio di essere colpiti da qualcuno dei missili che i russi continuano a lanciare a casaccio, perché non dispongono di armi di precisione; oppure vittime delle bombe al fosforo, vietate dalle convenzioni internazionali, ma che i russi continuano ad usare.
Dall’altro lato, tutti questi giovani soldati russi, mandati come agnelli sacrificali verso una morte crudele. Si parla ormai di oltre 40.000 russi uccisi in Ucraina.
Questa situazione non può continuare: sarebbe infatti ora che le due fazioni si sedessero ad un tavolo per trovare una soluzione. È vero che non è per niente facile che Kiev e Mosca possano parlare serenamente dopo tutto quello che è successo e che continua a succedere ogni giorno che passa. Solo pochi giorni fa i russi attaccarono Odessa dopo che avevano firmato un accordo in cui si erano impegnati a consentire l’export di cereali in sicurezza.
La situazione è molto complicata e non si vede come uscirne in modo onorevole per tutti. Gli ucraini, giustamente, non possono accettare di cedere una parte del loro territorio perché è stato occupato da forze ostili. Piuttosto combatteranno finché avranno le forze per scacciare gli invasori.
Dal canto loro i russi hanno fallito nel loro intento di invadere l’Ucraina. Se Putin fosse riuscito ad arrivare a Kiev in 3 giorni non ci sarebbe stata discussione. Ma l’esercito russo ha fatto una figura a dir poco patetica. Ormai è evidente a tutti che la Russia non è per niente una potenza militare come abbiamo sempre creduto (e qualcuno ancora crede).
Se gli ucraini, ancorché aiutati dalle forniture di armi occidentali, sono riusciti da soli a fermarli e quasi a respingere le truppe russe, non si capisce come ancora i russi possano minacciare o sperare di incutere paura al mondo occidentale. Solo la sua continua minaccia nucleare le dà ancora un tono aggressivo e preoccupante. Ma le conviene usare realmente l’arma atomica?
Speriamo che la situazione si possa chiarire a breve. Anche perché tra poche settimane iniziano le piogge e dopo arriva l’inverno. I militari russi non possono sostenere un inverno su un territorio occupato dove non ci sono né ripari né mezzi di sussistenza. I russi soffrono già la carenza di equipaggiamento, cibo, carburante e munizioni. Hanno infatti seri problemi di logistica e di costanza degli approvvigionamenti.
Proprio per questo si dovrebbe fare tutto il possibile per resettare la situazione al più presto. I russi dovrebbero considerare seriamente di riprendere la trattativa per risolvere questo inutile conflitto, anche in considerazione del fatto che i danni economici che hanno accumulato vanno ben oltre quello che loro stessi potevano immaginare. Per non parlare delle dure perdite di uomini e di armamento bellico.
Bisogna concedere alla Russia la possibilità di ritirarsi in modo ordinato e senza che appaia, com’è di fatto, una disfatta totale.
Questo è un problema che solo l’establishment russo potrà risolvere, rimuovendo la causa che ha fatto nascere il conflitto e ritornando a trattare con l’Occidente per una piena integrazione della Russia nella società europea.

* Esperto internazionale di eGovernment.

Articolo in mediapartnership con il Giornale Diplomatico.