Ucraina. Vitaly Markiv: l’ambasciatore Perelygin, ‘spero che l’Italia sia fedele ai suoi principi di diritto’

Cs –

Il 20 novembre 2019 l’Ucraina ha depositato il ricorso in appello contro la sentenza della Corte d’Assise di Pavia del 12 luglio 2019, con la quale il cittadino ucraino Vitaliy Markiv è stato dichiarato colpevole dell’omicidio del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli e, per questo, condannato a 24 anni di prigione.
La Corte d’Appello di Milano, nella prossima primavera 2020, dovrebbe esaminare l’appello richiesto dall’Ucraina.
L’Ucraina è stata profondamente delusa dalla condanna inflitta dalla Corte d’Assise di Pavia: Vitaly Markiv è stato condannato sulla base di una violazione dei principi giuridici. Come si può condannare una persona a 24 anni di prigione senza nessuna prova certa? La Corte di Pavia a supporto della sua sentenza non ha presentato alcuna prova certa della colpevolezza di Vitaly Markiv. Durante il processo non è stato stabilito il tipo di munizione che ha ucciso il giornalista Rocchelli, non è stata determinata la posizione di Markiv al momento dell’incidente, né da che parte provenissero gli spari.
L’Ucraina inoltre ritiene fermamente che il processo civile contro l’Ucraina stessa, da parte di un tribunale nazionale della Repubblica Italiana, violi i principi del diritto internazionale, in particolare, l’immunità giurisdizionale dello Stato che si basa sulla sovranità e l’uguaglianza degli Stati.
L’Ufficio del presidente di Ucraina afferma che lo Stato ucraino è determinato ad usare tutti i mezzi legali per garantire giustizia a Vitaliy Markiv esprimendo l’auspicio che la Repubblica Italiana voglia rimanere fedele ai suoi principi di Stato di Diritto.