Ue 2020: presidenza della Germania

di Ninni Radicini * –

L’inizio della presidenza di turno del Consiglio della Unione Europea per la Germania segna l’avvio di un semestre (01 luglio – 31 dicembre 2020) che prevede gli sviluppi di una serie di questioni di notevole rilevanza per il futuro dei 27 Stati aderenti, tra cui l’attivazione del Fondo per la ripresa (Recovery Fund) e la gestione della uscita del Regno Unito (Brexit), il terzo Stato più grande per numero di abitanti tra i componenti iniziali della Ue, dopo quasi 50 anni dall’adesione alla Comunità Europea (dall’1 gennaio 1973). La presidenza del Consiglio della Unione Europea è svolta, a rotazione semestrale, dagli Stati aderenti attraverso i rispettivi governi, stabilisce un programma di lavoro, gestisce gli incontri del Consiglio della Ue e tra il Consiglio e le altre istituzioni della UE. Nel primo giorno della presidenza tedesca, a Berlino in un discorso al Bundestag, il Cancelliere tedesco Angela Merkel (CDU Unione Cristiano-Democratica) ha auspicato che l’Unione Europea e la Gran Bretagna raggiungano un accordo, evidenziando la necessità di considerare l’eventualità che non sia raggiunto, determinando la cosiddetta “Hard Brexit”.
Nella fase di più profonda recessione economica europea dalla fine del Secondo conflitto mondiale, in conseguenza della emergenza sanitaria all’inizio del 2020, il Fondo per la Ripresa di 750 miliardi di euro presentato dal presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen (ex ministro della Repubblica Federale Tedesca in vari governi presieduti dalla Merkel dal 2005 al 2019), è previsto sia finanziato attraverso un debito condiviso. Per la Germania si tratta una svolta rilevante, data la sua precedente opposizione alla condivisione del debito come strumento di sostegno agli Stati europei in difficoltà dopo la crisi economico-finanziaria del 2008.
La prima verifica sul raggiungimento di un accordo tra i 27 stati della Ue è previsto per il 17-18 luglio con il confronto tra le due versioni teorizzate del Fondo per la Ripresa. La prima prevede sovvenzioni agli Stati; la seconda invece prevede prestiti. La prima versione è sostenuta da Germania e Francia; la seconda versione è sostenuta in particolare da Austria e Olanda. La motivazione del cambio di orientamento è nella constatazione che, dopo gli effetti negativi dell’emergenza sanitaria sulla economia di vari Stati comunitari, una ripresa non omogenea nella UE indebolirebbe anche gli Stati economicamente più stabili. Favorevole al Fondo per la Ripresa anche Wolfgang Schäuble (CDU), presidente del Bundestag ed ex ministro delle Finanze, insieme a gran parte del partito, tranne la corrente conservatrice (Unione dei Valori), secondo cui l’utilizzo della modalità delle sovvenzioni trasformerebbe l’Unione Europea in una “Unione del debito”. Nel quadro politico tedesco da notare anche la contrarietà del Partito Liberaldemocratico (FDP) e di Alternativa per la Germania (AfD).
Presidente della CDU dal 2000 al 2018, cancelliere dal novembre 2005, dal marzo 2018 (a seguito delle elezioni legislative del 2017) Angela Merkel guida il suo quarto governo, una “Grande Coalizione” composta da CDU (200 seggi), CSU (46 seg.) ed SPD (152 seg.), dopo un tentativo precedente di formare una maggioranza con Verdi e Liberaldemocratici. Ha iniziato il semestre di Presidenza europea confermandosi il politico con maggiore stima da parte degli elettori tedeschi, seguita dal primo ministro (Ministerpräsident) della Baviera Markus Söder (CSU) e dal ministro delle finanze Olaf Scholz (SPD). Una conferma a cui ha contribuito la gestione della fase di emergenza sanitaria, estesasi a beneficio del suo partito, la CDU che, in una rilevazione pubblicata a giugno dalla emittente televisiva Zdf, ha raggiunto il 40% dei consensi in alleanza con la CSU, principale partito della Baviera. Tale quota di consensi nelle rilevazioni pre-elettorali, in precedenza riscontrata nell’agosto 2017, ha permesso alla CDU-CSU di ampliare il vantaggio virtuale sui Verdi (19%), SPD (15%), AfD (9%), La Sinistra (7%), FDP (5%).
I partiti della Repubblica Federale Tedesca rappresentati nel Parlamento europeo, dopo le elezioni del 26 maggio 2019, sono: CDU (23 seggi, nel gruppo parlamentare del Partito Popolare Europeo), Verdi (21 seg. aderenti al gruppo Verdi / Alleanza Libera Europea), SPD Partito Socialdemocratico Tedesco (16 seg. nel gruppo Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici), Alternativa per la Germania (11 seg. nel gruppo Identità e Democrazia), CSU Unione Cristiano Sociale di Baviera (6 seg. nel gruppo Partito Popolare Europeo), La Sinistra (5 seg. gruppo Sinistra Unita Europea / Sinistra Verde Nordica), Partito Liberaldemocratico (5 seg. gruppo Renew Europe), Il Partito (2 seg. gruppo Verdi / Alleanza Libera Europea), Elettori Liberi (2 seg. gruppo Renew Europe), Partito per la Protezione Animale (1 seg. gruppo Sinistra Unita Europea / Sinistra Verde Nordica), Partito Democratico Ecologico (1 seg. gruppo Verdi / Alleanza Libera Europea), Partito della Famiglia Tedesca (1 seg. Conservatori e Riformisti Europei), Volt Europa (1 seg. gruppo Verdi / Alleanza Libera Europea), Partito Pirata (1 seg. gruppo Verdi / Alleanza Libera Europea).
L’approvazione della linea sostenuta dalla Germania in merito al Fondo per la Ripresa rappresenterebbe un traguardo di notevole rilevanza per Angela Merkel, in un percorso di consolidamento della Unione Europea, che vorrebbe ulteriormente rafforzare sostenendo un’attitudine unitaria in ambito sanitario e nelle scelte ecologiche (la Germania è orientata alla dismissione dell’utilizzo del carbone come fonte di produzione di energia elettrica entro il 2050). “Il futuro dell’Europa è il nostro futuro”, ha detto Angela Merkel.
Il cancelliere Helmut Kohl, predecessore della Merkel sia nel partito sia al vertice del governo tedesco come esponente cristiano-democratico, fu un sostenitore della cooperazione tra gli Stati della Unione Europea, la cui fondazione fu considerata una svolta storica in confronto al contesto geopolitico che aveva determinato il Secondo conflitto mondiale. A dimostrarlo la sua amicizia con il socialista Francois Mitterand, presidente della Repubblica Francese, determinante per la formazione della Ue e per la scelta della moneta unica europea. A differenza della fase storica di avvio della Unione Europea, che ebbe il suo culmine un decennio dopo con l’allargamento del 2004 – quando entrarono nella 10 Stati – dal 2005, anno della prima elezione di Angela Merkel alla cancelleria, si è avuta una intensificazione su scala continentale di movimenti di opinione critici nei confronti della modalità costitutiva della UE, del suo funzionamento e del passaggio di poteri su varie materie e settori dagli Stati aderenti alle istituzioni comunitarie. Il primo avvenimento significativo fu la bocciatura del Trattato costituzionale della Unione Europea nei referendum svolti in Francia e Olanda nel 2005, dopo il quale sono sorti, o si sono rafforzati laddove già esistenti, partiti cosiddetti “euroscettici”, affermatisi anche nei principali Stati fondatori, al punto da determinare trasformazioni nei precedenti equilibri politico-elettorali (es. AfD in Germania) e aggregazioni di opinione pubblica intorno a scelte storiche (UKIP e poi il Partito Brexit nel Regno Unito).
Per Angela Merkel si tratta della seconda presidenza di turno della Ue, dopo il semestre nel 2007 (da gennaio a fine giugno). Nello stesso periodo di quella prima presidenza ricorse il 50mo anniversario del Trattato di Roma (1957), atto costitutivo della CEE (Comunità Economica Europea) poi ridefinita Unione Europea con il Trattato di Maastricht entrato in vigore nel 1993 (“Noi cittadini dell’Unione Europea abbiamo la grande fortuna di essere uniti” fu un commento di Angela Merkel in quella occasione). La presidenza della Germania è stata preceduta dal semestre della Croazia (gennaio-giugno 2020) e sarà seguito dal Portogallo (gennaio-giugno 2021).

* Ninni Radicini ha pubblicato vari articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri. Coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006) – www.ninniradicini.it.