UE: A Sopot UE cerca posizione comune prima di Assemblea ONU. Divisi su riconoscimento Palestina

Ansa, 2 set 11 –

Ultimo appuntamento utile, prima dell’assemblea dell’Onu del 20 settembre, l’Unione europea cerca oggi a Sopot (Polonia) una difficile intesa sul nodo del riconoscimento dello stato della Palestina, in vista della presentazione al palazzo di vetro di New York della richiesta dell’Anp di riconoscimento dello Stato palestinese entro i confini del 1967 (con Gerusalemme est capitale) e di ammissione alle Nazioni Unite. La questione sara’ al centro della riunione informale dei ministri degli esteri della Ue (per l’Italia, Franco Frattini), che si tiene sul mar Baltico, a pochi chilometri dalla Danzica dove nacque il movimento di Solidarnosc. I 27 procedono ancora in ordine sparso, ma l’ambizione dell’Alto rappresentante della politica estera della Ue, Catherine Ashton, e’ di arrivare a New York con una risoluzione comune, sull’esempio di quella presentata lo scorso anno – con successo – sul Kosovo. Gli esperti dei 27 sono al lavoro su un testo che oggi e domani sara’ valutato dai capi delle diplomazie. Il compito si presenta arduo. ”Se sara’ comune, la risoluzione sara’ necessariamente di carattere generale, con la riaffermazione di principi sul processo di pace che tutti i 27 possono condividere”, rilevano fonti diplomatiche. ”Sul riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese, le divisioni restano profonde ed e’ difficile che siano risolti in questa due giorni di Sopot”. Gli schieramenti non sono ben delineati, ma secondo le stesse fonti Germania, Italia, Repubblica Ceca, Olanda e Danimarca sono tra i paesi che piu’ si oppongono a soluzioni unilaterali, ritenute fughe in avanti. La Spagna e la Francia ritengono invece che sia arrivato il momento di riconoscere lo stato palestinese. ”Abbiamo lavorato con l’idea che ci sia una maggioranza nell’Ue che possa costituire un passo avanti nel riconoscimento dello stato palestinese. Credo che in questo momento ci sia un grado sufficiente di maturita’ per fare un passo in questa direzione”, a dichiarato recentemente il ministro degli esteri spagnolo Trinidad Jimenez. Sulla ricerca di un compromesso pesa negativamente la posizione del governo israeliano che continua a tollerare la costruzione di migliaia di nuove case a Gerusalemme Est, oltre la vecchia ‘linea verde’ delle frontiere del 1967 e della legalita’ internazionale. Il proseguimento delle attivita’ edilizie israeliane oltre i confini del ’67 e’ considerato dai 27 ”un’azione unilaterale”, dannosa al processo di pace.