Ue: al ragionier non far sapere…

di Ciro Maddaloni *

Il ragioniere è quel tecnico esperto che ha la responsabilità di gestire la contabilità di un’azienda. Per portare avanti la sua mansione il ragioniere utilizza fondamentalmente le addizioni e le sottrazioni e verifica che il bilancio contabile sia sempre trascritto correttamente tra entrate e uscite, allo scopo di fornire alle direzioni delle aziende o ad altri soggetti interessati le informazioni necessarie per esercitare le funzioni di controllo e di decisione.
I Commissari economici che operano all’Unione Europea certamente si avvalgono del lavoro di tecnici specializzati per verificare l’andamento dei conti per ogni Paese membro. I commissari dovrebbero utilizzare le informazioni fornite dai tecnici contabili per decidere le politiche economiche da adottare per garantire la crescita e lo sviluppo dell’Unione. La loro esperienza e mandato politico dovrebbero garantire ai cittadini europei quelle politiche economiche che assicurano il lavoro, il benessere economico e la pace sociale per fare dell’Europa quella potenza economica da tempo auspicata.
Purtroppo abbiamo visto in diverse occasioni che non sempre le cose vanno in questo modo. Ci sono stati alcuni Commissari che nel loro ruolo di decisori politici europei si sono concentrati esclusivamente sulle scritture contabili e sull’esigenza di far “tornare i conti” rispetto a parametri decisi in passato con una logica probabilmente non adatta al ciclo economico attuale. Abbiamo visto Commissari che non hanno mai suggerito azioni di politica economica necessarie per far crescere i diversi Paesi dell’Unione, ma che hanno concentrato il loro lavoro ed il loro mandato per evidenziare l’esigenza di far tornare i conti. Punto e basta!
In passato, abbiamo avuto un Paese dell’Unione Europea che ha volutamente truccato i conti e che ha provocato per questo una crisi economica che si è propagata a tutti i Paesi dell’Unione e che stiamo ancora pagando caramente. Eppure i conti di quel Paese erano stati anno per anno approvati dall’Unione Europea.
Cosa ci insegna questo episodio specifico? che l’Unione Europea ha una classe dirigente fatta da persone che si limitano a verificare (sulla carta) che i conti tornino. Ma è sufficiente concentrarsi solo sui conti senza guardare ad esempio il ciclo economico che cambia continuamente? È giusto formulare dichiarazioni senza considerare, ad esempio, i fondamentali economici e sociali che sono molto diversi tra i Paesi aderenti all’Unione Europea?
In passato abbiamo avuto Commissari che, con le loro dichiarazioni formulate prima ancora di ricevere i dati ufficiali dal nostro Paese, hanno generato ripercussioni sui mercati finanziari con un impatto negativo sulla nostra economia.
È questo il ruolo dei commissari dell’Unione Europea? Certamente no, perché se così fosse allora non avremmo bisogno di nominare esponenti politici in quel posto, ma basterebbe affidarsi al lavoro dei funzionari della Commissione che sono (ben) pagati per fare “la contabilità” e verificare che i conti tornino.
Allo stesso tempo, dovremmo avere gli strumenti per licenziare e per chiedere i risarcimenti a quei funzionari della Commissione che avevano il compito di verificare i conti dei Paesi membri e non lo hanno fatto in modo accurato quando non si sono accorti che uno Stato usava da anni il metodo “Calisto Tanzi” per la sua contabilità. Le società di revisione che certificano i conti della Parmalat sono state tutte chiamate in giudizio per il loro operato. Nessuno invece della Commissione Europea è stato chiamato a rispondere per i mancati controlli e le omesse verifiche sui conti di un Paese membro.
Sarebbe opportuno che i nostri rappresentanti politici chiedessero alla Commissione Europea di svolgere il loro ruolo e mandato con competenza e che illustrassero ai cittadini europei la loro visione per lo sviluppo dell’Europa ed il benessere dei cittadini.
Ai cittadini europei non interessa se il bilancio è in linea con i parametri decisi in passato da qualcuno. Ai cittadini europei interessa piuttosto sapere quali politiche economiche l’Unione Europea intende adottare e porre in essere per garantire il lavoro e lo sviluppo di cui tutti noi abbiamo bisogno per vivere.
Un’ultima annotazione. Poiché è previsto dai trattati dell’Unione Europea, non sarebbe cattiva educazione sfiduciare un Commissario qualora dovesse risultare che non è all’altezza del ruolo che deve ricoprire.

* Esperto di eGovernment internazionale

Articolo in mediapartnership con il Giornale Diplomatico.