Ue. Al via la Settimana per le regioni e le città

di C. Alessandro Mauceri –

Sono appena iniziati i lavori della 18ma Settimana europea per le regioni e le città. Gli incontri si svolgeranno in tre sessioni nell’arco di 21 giorni: dare potere ai cittadini (5-11 ottobre), coesione e cooperazione (12-18 ottobre) ed Europa verde (19-22 ottobre). Incontri virtuali (a causa della pandemia) che coinvolgono 470 partner.
Il tema del Green Deal europeo è tra i più attesi, non solo per l’attenzione che da mesi questo progetto riceve dalla presidente della Commissione europea, bensì perché è un indicatore delle diversità tra le città europee. Ed anche di come le città italiane restano fanalino di coda per la qualità della vita. Dall’analisi svolta in 83 città europee di medie e grandi dimensioni, di cui sei italiane (Bologna, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Verona), è emerso che Roma, Napoli e Palermo sono tra le ultime dieci. La soddisfazione degli abitanti di queste città oscilla dal 92,9% di Bologna al 63,8% a Palermo (Verona 92,6%, Torino 87,3%, Roma 74,8% e Napoli 70%). Tra le grandi capitali d’Europa Roma è penultima, seguita solo da Atene. Dall’altro lato le performance delle capitali nordiche che, come al solito, occupano i primi posti della classifica, con Copenaghen prima (98,2% di soddisfazione degli abitanti) e Stoccolma subito dietro (97,6%).
Molti i fattori che hanno influenzato la performance negativa di alcune città del Bel Paese, dalla pulizia ai tempi della burocrazia, dalle condizioni di trasporto alla corruzione nella pubblica amministrazione.
Una situazione confermata dal rapporto “Mal’aria di città 2020“, che ha ribadito che per e nelle città italiane non tira una buona aria. Una situazione che con l’autunno ormai alle porte e le conseguenze del lockdown ancora incerte, potrebbero rendere il problema dell’inquinamento atmosferico e dell’allarme smog temi difficili da gestire.
Il rapporto di Legambiente ha messo a confronto le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2) negli ultimi cinque anni (2014-2018) con i rispettivi limiti suggeriti dall’OMS. Il risultato è sorprendente. Solo il 15% delle città ha raggiunto nei 5 anni un voto sufficiente: Sassari (voto 9), Macerata (voto 8), Enna, Campobasso, Catanzaro, Grosseto, Nuoro, Verbania e Viterbo (voto 7), L’Aquila, Aosta, Belluno, Bolzano, Gorizia e Trapani (voto 6). Il restante 85% non riesce nemmeno a raggiungere la sufficienza. E in fondo alla classifica ci sono alcune delle città che nello studio erano arrivate ultime: Roma e Palermo, seguite nella classifica di Legambiente da Torino, Milano e Como, che hanno ricevuto un pesante 0. Un quadro preoccupante e che non lascia ben sperare in vista dell’inverno, quando le emissioni solitamente aumentano.