Ue. Aukus: l’europarlamento, ‘collaborare con gli Stati Uniti pur perseguendo i propri interessi’

di Enrico Oliari

Rischia di rappresentare un sassolino negli ingranaggi con l’Unione Europea il recente caso Aukus, cioè l’accordo siglato dal presidente usa Joe Biden con Australia e Gran Bretagna volto a contenere l’espansionismo regionale cinese. Esso prevede, come ha spiegato il premier Scott Morrison, l’acquisto da parte dell’Australia di missili Tomahawk a lungo raggio per i cacciatorpedinieri australiani ed altri aria-terra per gli arsenali, ma in particolare la possibilità per l’Australia di possedere sottomarini nucleari e addirittura di fabbricarne di propri grazie alle tecnologie britanniche e statunitensi, una scelta che ha cerato non pochi malumori, da Parigi a Wellington.
In particolare dalla Francia si è parlato di “atto deplorevole”, dal momento che Biden ha bellamente mandato in fumo quasi 70 miliardi di dollari di sottomarini a propulsione elettrica / diesel di produzione francese, e nel comunicato del Quai d’Orsay si è potuto leggere che “Ci rammarichiamo per la scelta statunitense, che spinge a rimuovere un alleato e un partner europeo come la Francia da una partnership di lunga data con l’Australia, in un momento che vede sfide senza precedenti nell’Indo pacifico: si tratta di una mancanza di coerenza”.
Dopo aver richiamato l’ambasciatore a Washington per esprimere la chiara protesta, il governo di Parigi ha fatto pressioni sull’Unione Europea, e la cosa è arrivata all’Europarlamento dove i deputati hanno approvato con 550 voti favorevoli, 83 contrari e 55 astensioni una risoluzione sulle future relazioni tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti: essi hanno sostenuto che l’Ue dovrebbe impegnarsi a favore di una leadership condivisa con gli Stati Uniti, pur potenziando la sua autonomia strategica sul piano della difesa e delle relazioni economiche quale mezzo per portare avanti i propri legittimi interessi diplomatici, economici e di sicurezza.
Per gli europarlamentari, sull’espansionismo cinese è necessario esplorare aree di convergenza e sviluppare una possibile cooperazione e un migliore coordinamento tra Stati Uniti e Ue al fine di evitare tensioni transatlantiche, “come quelle che hanno fatto seguito all’adozione, senza consultazione degli alleati Ue, del cosiddetto accordo Aukus”, come riporta la nota dell’Europarlamento.
“Il Parlamento europeo – continua il comunicato di fine seduta – accoglie favorevolmente i recenti progressi sulla strategia indo-pacifica dell’Unione, e afferma che il coordinamento con gli Stati Uniti sulla Cina dovrebbe concentrarsi sulla tutela dei diritti umani e delle minoranze e sull’allentamento delle tensioni nei mari della Cina meridionale e orientale, a Hong Kong e nello stretto di Taiwan”.
Sempre in tema di relazioni con gli Usa, nello stessa seduta dell’Europarlamento si è affrontato il tema Afghanistan, e la risoluzione approvata indica che “Condannando la violenta appropriazione dell’Afghanistan da parte dei talebani a seguito del ritiro delle forze statunitensi ed europee, il Parlamento chiede una profonda riflessione a livello transatlantico sugli insegnamenti della missione in Afghanistan, al fine di trarre le necessarie conclusioni per gli sforzi futuri volti a promuovere la stabilità, la sicurezza e il buon governo nel mondo. Inoltre esorta i partner transatlantici ad avviare un dialogo con tutti i paesi vicini dell’Afghanistan, tenendo presente la difficile situazione dei cittadini afghani che vi si sono rifugiati e della necessità di aiutarli”.
Il relatore Tonino Picula (S&D, HR) ha dichiarato che “Questa risoluzione non potrebbe essere più tempestiva. Abbiamo bisogno di un partenariato transatlantico rinnovato e rafforzato per affrontare le sfide comuni che abbiamo di fronte. Alcune di esse ci sono ben note da decenni, ma altre fanno parte di dinamiche globali più recenti. Senza dubbio, gli Stati Uniti rimangono il partner strategico più vicino e più importante dell’Ue. E credo che un’Unione strategicamente autonoma sarebbe il miglior partner per gli Stati Uniti!”.