Ue. Chimica: la Germania gioca sporco e colpisce i biocarburanti Eni

di Marco Pugliese *

L’Unione Europea si conferma per quello che è: una torre di Babele dove ognuno parla la sua lingua e gli interessi nazionali contano più delle grandi dichiarazioni d’intenti. Questa volta lo scontro è sul settore chimico, un pilastro dell’industria continentale, indispensabile per tutto, dall’agricoltura alla farmaceutica, dall’auto all’edilizia.
Sette Paesi, tra cui Italia, Spagna e Francia, hanno alzato la voce per chiedere un regolamento che tuteli la chimica europea, ormai strangolata da costi energetici folli e regolamenti asfissianti. Il cuore della proposta? Dichiarare strategici alcuni composti chimici per evitare di dipendere dall’estero e garantire un futuro a un’industria già in ginocchio.
Berlino, la padrona di casa che fa sempre la furba, si è sfilata, perché la Germania è la regina della chimica e non ha intenzione di cedere il controllo del settore. Mentre gli altri si preoccupano della sopravvivenza delle proprie industrie, i tedeschi proteggono i loro giganti chimici, senza curarsi se il resto d’Europa va a picco.
Non basta. Berlino ha pure deciso che i biocarburanti non devono rientrare tra i materiali critici da tutelare. Un colpo basso che penalizza direttamente l’Italia e la sua Eni, leader nella produzione di biocarburanti avanzati. Con questa mossa la Germania avvantaggia le proprie industrie petrolchimiche e taglia fuori i concorrenti italiani da un mercato in espansione.
Il paradosso è che mentre si blatera di transizione ecologica e indipendenza energetica, Bruxelles continua a lasciare mano libera ai tedeschi, con il risultato che l’Europa si trova ostaggio di regole fatte su misura per chi ha già il coltello dalla parte del manico.
E così, mentre si chiede alle imprese italiane di investire in innovazione e sostenibilità, si permette alla Germania di giocare sporco. La morale è sempre la stessa: chi comanda in Europa fa le regole, gli altri si adeguano. E a pagare, come sempre, sono sempre gli stessi.

* Articolo in mediapartnership con Nuovo Giornale Nazionale.