Ue. Consiglio Esteri: lenzuolata di sanzioni verso Russia, Birmania e Cina

di Enrico Oliari

In arrivo una nuova lenzuolata di sanzioni dell’Ue nei confronti persone o di entità ritenute lesive dei diritti umani, per quanto l’impressione che si ha è che a volte si tratti più di iniziative politiche che di misure volte a colpire i responsabili.
E così se per il golpe militare in Birmania i provvedimenti di Bruxelles trovano una giustificazione, per quelli previsti contro personalità russe in merito al caso Navalny continuano a traballare.
Le sanzioni sono in fase di discussione al Consiglio Esteri dell’Ue, ed il pesc Josep Borrell ha già fatto sapere che “Sanzioneremo undici persone coinvolte nel colpo di stato” in Birmania “e nella repressione dei manifestanti”, costata la vita a decine di persone.
Il golpe in Birmania, operato dai militari che hanno messo al potere il generale Min Aung Hlaing, risale al 1 febbraio e si è tradotto con l’arresto della leader politica Aung San Suu Kyi, del presidente Win Myint e di esponenti del governo e del partito, cioè di quelli che hanno vinto le elezioni democratiche.
Non è invece ancora chiaro chi saranno i destinatari russi delle sanzioni europee per il tentato avvelenamento del leader dell’opposizione Alexei Navalny, ma qui il rischio è che finiscano nei provvedimenti individui che non hanno nulla a che fare con quanto accaduto, in qualche modo processati e ritenuti colpevoli a priori dall’Ue. Il tutto per un politico che di europeista ha poco o nulla, a cominciare dalle sue numerose uscite razziste e xenofobiche, nonché a capo di un partito minoritario nazionalista da sempre contrario agli spostamenti migratori in Russia.
Nel mirino di Bruxelles anche esponenti della nomenklarura cinese per le violenze contro la minoranza etnica islamica degli uiguri.