Ue. E’ caccia ai posti di peso: il Consiglio stabilisce la ‘non automaticità’

Niente “Spitzenkandidaten”, si andrà per peso e geografia dei paesi: nonostante i sovranisti, l’Italia potrà avere i suoi.

di Enrico Oliari

E iniziata a Bruxelles la fisiologica corsa alle poltrone di comando, a cominciare da quella più ambita, la presidenza della Commissione. In palio ci sono i ruoli di commissari più o meno rilevanti, dall’economia all’agricoltura, dal migranti e rifugiati al lavoro, dall’energia al turismo, all’allargamento, al commercio interno, agli affari esteri ecc.
Il Tue, il Trattato sull’Unione europea, recita all’articolo 17 che “(..) I membri della Commissione sono scelti in base alla loro competenza generale e al loro impegno europeo e tra personalità che offrono tutte le garanzie di indipendenza”, e che “La Commissione esercita le sue responsabilità in piena indipendenza. Fatto salvo l’articolo 18, paragrafo 2, i membri della Commissione non sollecitano né accettano istruzioni da alcun governo, istituzione, organo o organismo. Essi si astengono da ogni atto incompatibile con le loro funzioni o con l’esecuzione dei loro compiti”.
La legislatura che si sta concludendo ha visto italiani in ruoli chiave, nella fattispecie Antonio Tajani alla presidenza del Parlamento europeo, Federica Mogherini agli esteri (Pesc), Mario Draghi a capo della Bce, Roberto Gualtieri ai problemi economici e monetari, Pier Antonio Panzeri ai diritti umani (sottocommissione). Sarà da vedere cosa potrà ottenere l’Italia, per quanto il vicepremier Matteo Salvini abbia in più occasioni annunciato l’intenzione di battere i pugni sul tavolo di Bruxelles e che “in Europa ridiscuteremo tutti i parametri” economici, dal momento che il partito più votato in Italia, la Lega (34,3%) a Bruxelles partecipa al gruppo cosiddetto dei “sovranisti” (Alleanza Europea dei Popoli e delle Nazioni), il quale conta 58 seggi su 751, al quale potrebbero aggiungersi gli effimeri 29 del Brexit Party di Nigel Farage.
Fatto sta che è iniziato il confronto tutt’altro che morbido fra il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel per delineare l’Europa del prossimo quinquennio, ma popolari (Ppe, 180 seggi) e socialisti (S&D, 145) non hanno più la maggioranza e sono chiamati a cercare il sostegno dei liberali di Alde (109 seggi) e forse dei Verdi (29 seggi).
Il premier Giuseppe Conte è tuttavia convinto che “l’Italia è un grande Paese ed ha le chance ed è determinata ad avere il ruolo che merita”, ed a Merkel ha fatto sapere che come Paese fondatore e potenza economica l’Italia ha le carte per vedersi assegnata un commissario di peso, l’optimum sarebbe economico, e come nomi sul tavolo ci sarebbero quelli dei leghisti Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia.
Il Parlamento europeo intanto ha chiesto al Consiglio europeo, incontratosi in modo informale, che alla guida della commissione venisse nominato uno degli “Spitzenkandidaten”, cioè dei candidati di punta dei partiti dei grandi gruppi, i popolari avrebbero pensato al tedesco Manfred Weber (Csu). Tuttavia i capi di stato e di governo dell’Ue hanno risposto picche, ed il presidente del Consiglio, Donald Tusk, ha comunicato che “La discussione di oggi ha confermato l’accordo raggiunto dai leader nel febbraio dell’anno scorso, secondo cui il Consiglio europeo eserciterà il proprio ruolo al momento di eleggere il presidente della Commissione; il che significa che, in conformità con i trattati Ue, non potrà esserci alcuna automaticità”. Era quanto volevano il presidente francese Emmanuel Macron e il numero uno dell’Alde, Guy Verhofstadt, ma l’opposto di quanto chiedevano i membri della Conferenza dei presidenti dell’Europarlamento. Tusk ha anche spiegato che “Abbiamo anche discusso della necessità di riflettere la diversità dell’Unione per quanto riguarda la geografia, le dimensioni dei paesi, il genere e affiliazione politica. Questa sarà la nostra vera aspirazione”, per quanto “nel mondo reale un equilibrio perfetto può essere difficile da ottenere”.
L’Italia potrebbe così vedersi assicurare il commissario di peso auspicato da Conte, per quanto a Bruxelles antieuropeisti e sovranisti siano nelle mire vendicative dei partiti più forti.

Donald Tusk.