Ue. Elezioni europee 2019: un elettorato pro-europeo e giovane con aspettative chiare

di Maurizio Molinari *

Il Parlamento europeo ha pubblicato i primi risultati di un sondaggio Eurobarometro post-elettorale.

Le elezioni europee del 2019 hanno visto un aumento significativo del numero di giovani che hanno espresso un voto pro UE, rivela un’indagine Eurobarometro commissionata dal Parlamento europeo e effettuata in tutti i 28 Stati membri. Nelle settimane successive alle elezioni, quasi 28mila cittadini in tutta l’UE hanno risposto a domande sulla loro partecipazione alle elezioni europee e sulle ragioni che li hanno motivati a votare.
“I cittadini hanno votato in queste elezioni europee sulla base di un sostegno molto forte per l’UE e con una convinzione più forte che la loro voce abbia un peso”, ha affermato il Presidente del PE David Sassoli.
L’affluenza complessiva alle elezioni europee del 2019 è aumentata di 8 punti, raggiungendo il 50,6%, la più alta partecipazione dal 1994 e, per la prima volta dal 1979, un’inversione di tendenza nella partecipazione alle elezioni europee. Gli aumenti più significativi sono stati registrati in Polonia (+22 punti percentuali), Romania (+19 punti), Spagna (+17 punti), Austria (+15 punti) e Ungheria (+14 punti).

La partecipazione dei giovani è aumentata del 50%.
Il sondaggio suggerisce come l’affluenza alle urne sia aumentata grazie ai giovani e agli elettori che hanno votato per la prima volta. Il 42% dei cittadini di età 16/18-24 anni ha infatti risposto di essersi recato a votare. La partecipazione dei giovani è quindi aumentata del 50% rispetto al 2014, quando era stata di appena il 28%. Si registra inoltre l’aumento del 34% dell’affluenza degli elettori in fascia di età 25-39 anni, che è passata dal 35% del 2014 al 47% (+12 punti). La partecipazione al voto dei giovani e di chi ha votato per la prima volta supera gli aumenti di affluenza registrati per le altre fasce d’età.
I primi risultati dell’Eurobarometro pubblicati venerdì dal Parlamento europeo mostrano che il sostegno dei cittadini all’Unione europea resta elevato: confermando i sondaggi pre-elettorali, il 68% degli intervistati (+1 punto percentuale rispetto a febbraio/marzo 2019) afferma che il loro paese ha tratto beneficio dall’appartenenza all’UE.

La mia voce conta.
Ancora più significativo per la legittimità democratica dell’UE è il forte aumento del numero di cittadini che ritengono che la loro voce conti nell’UE: il 56% degli intervistati condivide tale opinione, con un aumento di 7 punti da marzo 2019 e il risultato più alto da quando è stata posta questa domanda per la prima volta, nel 2002.

Il voto come dovere civico, come sostegno pro UE e per cambiare la situazione attuale.
Considerando i motivi per i quali la gente è andata a votare nel 2019, il dovere civico è la ragione invocata più frequentemente, dal 52% degli elettori intervistati, con un aumento di 11 punti in più rispetto al 2014. Rispetto alle elezioni europee del 2014, molti più cittadini hanno votato anche perché a favore dell’UE (25%, +11 punti percentuali), o perché ritengono di poter cambiare la situazione attuale col loro voto (18%, +6 punti percentuali).
“Il Parlamento europeo e le sue elezioni sono entrati a far parte della normale vita democratica dei cittadini. Tuttavia, queste elezioni sono state più di una semplice espressione del dovere civico. I cittadini hanno votato perché erano a favore dell’UE, perché credono di poter cambiare le cose votando. Il Parlamento europeo deve ora essere all’altezza di queste aspettative”, ha sottolineato il Presidente Sassoli.
In 27 Stati membri, i cittadini hanno votato principalmente perché lo considerano un dovere civico. Se sono presi in considerazione tutti i 28 Stati membri, un maggior numero di elettori si è recato alle urne perché a favore dell’UE rispetto al 2014, in particolare in Germania (39%, +14pp), Irlanda (27%, +15pp), Italia (23%, +14pp) e Spagna (23%, +15pp).

L’Eurobarometro post-elettorale ha anche analizzato le politiche che hanno indotto i cittadini a votare alle recenti elezioni europee. Le principali questioni che hanno avuto un impatto sulla decisione di votare sono state: l’economia e la crescita (44%), il cambiamento climatico (37%), e i diritti umani e la democrazia (37%). Il 36% degli intervistati ha citato “il modo in cui l’UE dovrebbe lavorare in futuro” come questione di primaria importanza. In 16 paesi, gli intervistati hanno citato l’economia e la crescita come ragione di voto più importante, mentre in 8 paesi i cittadini hanno indicato il cambiamento climatico.

Questo sondaggio post-elettorale del Parlamento europeo è stata condotto come Eurobarometro 91.5. I 27.464 interpellati sono stati intervistati faccia a faccia da Kantar, per il Parlamento europeo, in tutti i 28 Stati membri, selezionati fra la popolazione generale con un’età pari o superiore ai 15 anni. Le domande sono state poi filtrate sui partecipanti in età di voto di 18 o più (eccetto 16 in Austria e Malta, e 17 in Grecia). Il sondaggio è stato svolto dal 7 al 26 giugno 2019.
Una relazione completa e tutte le tabelle dei risultati e dei dati nazionali saranno pubblicate dal Parlamento europeo nel settembre 2019.

Primi risultati del sondaggio Eurobarometro post elettorale: link.

* Responsabile Media del Parlamento europeo in Italia.