di Alessio Cuel –
Ultimi giorni di mosse febbrili, nelle stanze dell’Europarlamento tra Strasburgo e Bruxelles, in vista del 15 luglio, data ultima per la formazione definitiva dei gruppi politici in vista della legislatura 2024-2029.
Dopo l’esperienza nel gruppo “Europa della Libertà e della Democrazia Diretta”, in cui il Movimento 5 Stelle sedeva al fianco della delegazione guidata da Nigel Farage, e dopo le porte in faccia subite dai gruppi liberale, socialista e verde, i grillini hanno infine trovato casa, con il benestare di Fratoianni, nel gruppo “The Left”.
Dalla parte opposta dello scacchiere politico, prende vita il nuovo gruppo dei “Patrioti per l’Europa”, collocato a destra del gruppo dei “Conservatori e Riformisti” guidato da Giorgia Meloni.
“Identità e Democrazia si sta trasformando nel gruppo dei Patrioti per l’Europa, adesso è entrata anche Vox, ma è un gruppo ininfluente perchè nessuno vuole poi discutere con loro. Ancora non è neanche ufficialmente formato perchè non c’è un numero di nazionalità sufficiente per fare un gruppo. In questo momento è solo un progetto politico”, ha dichiarato il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani dal palco di “Forum in Masseria”, a Manduria.
Dopo il testa a testa alle ultime elezioni europee, quindi, vi è un nuovo scontro tra Tajani e Salvini, questa volta avente come oggetto la collocazione europea dei due partiti. Forza Italia, storicamente nel Partito Popolare Europeo, è guidata da Tajani la cui autorevolezza nelle sedi UE è fuori discussione.
Salvini, al contrario, si dice interessato a entrare a far parte del nuovo gruppo dei “Patrioti per l’Europa”, al fianco di Orban e degli spagnoli di Vox. Una mossa che confermerebbe il collocamento di Salvini a destra non solo di Tajani, ma anche di Meloni.
Sarebbe questo un posizionamento politico, al fianco di alleati così radicali, che potrebbe creare non pochi grattacapi a esponenti del partito, come Luca Zaia o Giancarlo Giorgetti, più tradizionalmente vicini al popolarismo europeo, e che sarà destinato a creare non poche discussioni nel partito in vista del congresso federale previsto per il prossimo autunno.
Salvini sembrerebbe infatti intenzionato a proseguire nel relegare il suo partito a destra di Fratelli d’Italia. Una posizione che da un lato mal si concilia con la strategia della Lega in Veneto, che in quel contesto agisce da “partito pigliatutto” e che rivendica in modo ancor più netto che altrove le proprie istanze autonomiste.
Dall’altro lato, questo posizionamento europeo della Lega, come confermato dallo stesso Tajani, isola il partito leghista rispetto alle nomine, alle decisioni e alle discussioni più importanti nelle sedi europee.