Ue. Gentiloni al vertice parla di immigrazione, ‘l’emergenza si è portata dall’Egeo all’Italia’

di Guido Keller –

C’è stato il tema dei migranti al centro dell’intervento del premier Paolo Gentiloni al Consiglio europeo tenutosi a Bruxelles, dove l’ex ministro degli Esteri è stato accolto calorosamente, con i colleghi capi di Stato e di governo che gli chiedevano di salutare per loro Matteo Renzi e con Pierre Moscovici che ha parlato di “governo sempre amico”.
Ora che la situazione nell’Egeo è “apparentemente sotto controllo”, ha detto Gentiloni, non è che “l’emergenza sia meno emergenza”: il problema si è infatti sposato sulla rotta del Mediterraneo e verso l’Italia. Il premier italiano ha quindi lamentato la palese lentezza dell’attuazione dei “migration compact” con l’Africa, i quali solo oggi, dopo quasi un anno dalla loro creazione, vedono piccoli passi concreti.
Il riferimento è andato in primo luogo all’accordo con il Niger, per il quale Italia, Germania, Francia e Spagna hanno siglato con il presidente Mahamadou Issoufou, poco prima del vertice, un accordo di sostegno economico volto a contrastare il traffico dei migranti verso la Libia e quindi l’Europa: un “primo concreto passo avanti” nell’attuazione dei “migration compact”, ha sottolineato Gentiloni.
Il premier ha spiegato quindi ai giornalisti che “L’Ue si sta lentamente orientando ad assumere nella sua agenda le priorità migratorie, ma purtroppo i problemi sono molto più veloci delle soluzioni e continua ad esserci ancora un fortissimo ritardo, anche laddove, nel recepire la proposta italiana del Migration compact, c’è una consapevolezza che si debbano fare dei passi in avanti”.
Nel vertice si è anche parlato di Brexit, “dopo la partenza del primo ministro Theresa May”, come ha fprecisato Gentiloni: “Quando sarà attivato l’articolo 50 – ha affermato – sarà il Consiglio europeo a delineare le linee guida per il negoziato che sarà condotto dalla Commissione. E parteciperà a queste riunioni preparatorie anche il Parlamento europeo”.
Il premier italiano ha anche puntato i piedi dinanzi al nuovo tentativo proveniente dalla Polonia di far prolungare per un anno anziché per sei mesi le sanzioni alla Russia, aggiungendone di nuove per la crisi siriana: Gentiloni ha ribadito le posizioni già assunte da Matteo Renzi, per cui ”per me è cosa sbagliata” quella di pensare ad azioni in Siria, cioè non vi devono essere nel contesto europeo “reazioni automatiche”, specialmente nella situazione di “transizione politica” dovuta all’elezione negli usa di Donald Trump.