Ue. I ministri degli Esteri e della Difesa varano il Comando militare unificato

di Guido Keller

I ministri degli Esteri e della Difesa dell’Unione Europea si sono incontrati oggi a Bruxelles per discutere di una serie di temi in vista del vertice del 9 – 10 marzo. Sul tavolo diversi argomenti tra cui quelli di una difesa comune europea, dei rapporti con l’Egitto, delle migrazioni, dei Balcani e della Libia.
Bypassata la tradizionale contrarietà della Gran Bretagna in quanto prossima alla Brexit, i ministri hanno varato il Military planning and conduct capability (Mpcc), cioè il comando militare unificato dell’Ue, “con capacità di pianificazione e di guida”, il quale, come ha annunciato la Pesc Federica Mogherini, “diverrà operativo entro le prossime settimane ed impiegherà circa 30 persone”.
Rivolgendosi alla stampa Mogherini ha affermato che “sei mesi fa abbiamo cominciato a lavorare per la sicurezza e la difesa congiunta, ed oggi i 28 paesi hanno preso la prima decisione operativa comune” (attualmente vi sono missioni Ue perlopiù di carattere formativo in Mali, Centrafica e Somalia). “Quello della difesa – ha notato l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per la Sicurezza e gli Afafri Esteri – è stato tradizionalmente il tema che ha più diviso sin dal 1950. Mentre oggi stiamo avanzando in modo concreto”.
Mogherini ha tuttavia precisato che “Non si tratta di un esercito europeo, so che questo termine sta circolando, ma di un modo più efficace di svolgere il nostro lavoro militare”.
Il ministro della Difesa britannico, Michael Fallon, ha voluto garantire che la cooperazione militare con l’Ue continuerà anche una volta che il suo paese avrà l’asciato la Casa comune per quanto, arrivando alla riunione, si era detto intenzionato a “sollecitare l’Ue a lavorare più strettamente con la Nato e ad evitare duplicazioni e strutture non necessarie”.
Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha fatto sapere che quella della difesa comune “rappresenta una grande opportunità che non dobbiamo perdere come invece s’è fatto in passato, dal momento che la proposta di Alcide De Gasperi ha più di sessant’anni”. Ha poi aggiunto che “Il protagonismo in politica estera di Putin ed anche alcune affermazioni di Trump chiedono all’Europa di fare di più”. “In un momento storico in cui le minacce arrivano da sud – ha notato Alfano – noi dobbiamo avere un nostro sistema di difesa comune, ma questo non vuol dire negare la Nato, ma fare un ragionamento complementare tra difesa comune europea e Nato”.