Ue. Il Consiglio europeo avvia i negoziati di adesione di Ucraina e Moldavia all’Unione Europea

di Alessio Cuel

Il Consiglio europeo di giovedì 14 dicembre ha annunciato l’avvio dei negoziati di adesione all’Unione Europea di Ucraina e Moldavia, oltre alla concessione dello status di paese candidato alla Georgia. Charles Michel ha anche aggiunto che le negoziazioni verranno aperte anche con la Bosnia ed Erzegovina, non appena vi sarà conformità con i criteri di adesione, e ha invitato la Commissione a riferire entro marzo in vista dell’adozione di tale decisione. Il presidente del Consiglio europeo, che ha affidato il suo pensiero a un tweet, nel tardo pomeriggio del 14 dicembre, ha poi aggiunto che “si tratta di un chiaro segnale di speranza per i popoli di quei paesi e per il nostro continente”.
La decisione è particolarmente significativa, specialmente nel caso dell’avvicinamento tra Kiev e Bruxelles. A dieci anni dalle proteste di Euromaidan, che hanno visto centinaia di migliaia di manifestanti radunarsi nelle piazze ucraine, a fine novembre 2013, in segno di protesta contro la sospensione da parte del governo delle trattative per l’accordo di associazione tra Ucraina e Unione Europea, le strade di Kiev e Bruxelles paiono ora riavvicinarsi in maniera decisiva.
Anche Volodymyr Zelensky, tramite i propri canali social, fa sapere di essere estremamente soddisfatto per l’avvio dei negoziati di adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. Per il presidente ucraino si tratta di “una vittoria per l’Ucraina, di una vittoria per tutta l’Europa. Una vittoria che motiva, ispira e rafforza”.
Decisiva è stata l’astensione del primo ministro ungherese Viktor Orbán. Nonostante lo sblocco di oltre 10 miliardi di fondi strutturali avvenuto mercoledì scorso, che la Commissione europea aveva bloccato come conseguenza del mancato rispetto delle norme sullo stato di diritto, Orbán rimane fermamente contrario, unico tra i ventisette, all’avvio dei negoziati per l’ingresso di Kiev nell’Unione Europea.
Nonostante ciò Orbán ha optato per l’astensione costruttiva, uscendo dalla sala nel momento dell’adozione della decisione, e ha così permesso di evitare un possibile stallo. Il Consiglio europeo si pronuncia infatti tramite consenso tra i 27 rappresentanti degli stati membri, e un veto ungherese avrebbe certamente impedito l’avvio dei negoziati di adesione.