di Alessandro Pompei –
Lo scorso 9 luglio è stato lanciato da Kourou, nella Guyana francese, il primo vettore spaziale Arian 6, erede dell’Ariane 5 che è stato dismesso lo scorso anno. L’Arian 6 promette di dimezzare i costi per lancio rispetto al suo predecessore, attraverso una semplificazione progettuale e strutturale (Filosofia seguita anche da Space X).
La peculiarità del nuovo razzo vettore è il propulsore Vinci del secondo stadio che può riattivarsi per 5 volte, consentendo il posizionamento di più parti del carico in varie orbite ed un rientro in atmosfera più sicuro; sfortunatamente il suo debutto è stato un fallimento, poiché il propulsore Vinci non si è attivato, condannando il secondo stadio e tutto il suo carico ad orbitare attorno alla terra per i prossimi anni, carico costituito da 2 modelli di capsule per il rientro in atmosfera.
Fortunatamente il carico portato dal primo stadio è stato messo in orbita, un successo però parziale dal momento che una parte significativa della missione era dare prova delle capacità del propulsore Vinci.
L’Arian 6 è previsto in due configurazioni di base, la più leggera denominata Ariane 6.2, più simile all’Ariane 5 e che vede il missile spinto nella fase iniziale da due razzi ausiliari P120C prodotti nello stabilimento Avio di Colleferro, vicino Roma, che è prevista per operazioni in orbita bassa; e una più pesante, che vede l’utilizzo di quattro razzi ausiliari P120C, capace di portare carichi dell’ordine delle 11 tonnellate in orbita alta che arrivano a 20 per le orbite basse, quindi pienamente in grado di portare moduli di servizio o scientifici alla stazione spaziale internazionale.
Purtroppo l’Arian 6, così come altri suoi pari-classe tra cui il giapponese H3 o l’americano “Vulcan Centaur” prodotto dalla ULA (United Launch Alliance), una Joint venture tra Locked Martin Space e Boeing Defense, sta vedendo una accesissima concorrenza con i vettori Falcon 9 di SpaceX, che essendo riutilizzabili sono enormemente competitivi.
Proprio la concorrenza dei Falcon 9 potrebbe portare ad un ritiro prematuro dal servizio degli Arian 6 in favore di un vettore nuovo e con almeno diverse parti riutilizzabili.
Al momento il consorzio europeo Arianspace sta valutando varie soluzioni principiante volte al recupero almeno delle parti pregiate dei motori.
Ogni soluzione ha dei costi ed è difficile pensare che si potrà avere nei prossimi anni un vettore riutilizzabile nell’Europa dell’Austerity e dei vincoli di bilancio, perché senza soldi, anche se si trova un motivatissimo Elon Musk europeo, questo troverebbe investire altrove.