Ue. Il Parlamento europeo riconosce la carestia dell’Holodomor come genocidio degli ucraini

Gli eurodeputati deplorano che 90 anni dopo l'Holodomor, la Russia stia nuovamente commettendo crimini atroci in Ucraina.

Ufficio stampa Parlamento europeo in Italia

In una risoluzione adottata ieri il Parlamento europeo riconosce come genocidio la carestia artificiale nota come Holodomor, provocata dal regime sovietico in Ucraina nel 1932-1933. I deputati condannano fermamente questi atti che causarono la morte di milioni di ucraini e invitano tutti i Paesi e le organizzazioni che non l’hanno ancora fatto a riconoscere l’Holodomor come genocidio.
Il testo non legislativo è stato adottato con 507 voti favorevoli, 12 contrari e 17 astensioni.

Il passato si collega al presente.
Il Parlamento sostiene che la riabilitazione e glorificazione del regime totalitario sovietico e il ritorno in auge del culto del dittatore Josef Stalin hanno fatto sì che la Russia diventasse uno Stato sostenitore del terrorismo. I deputati condannano inoltre che gli atroci crimini russi, come la distruzione mirata delle infrastrutture civili ucraine dell’energia durante l’inverno, si siano ripetuti contro il popolo ucraino al giorno d’oggi.
Facendo riferimento all’epoca sovietica, nel testo si accusa l’attuale regime russo di violare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, tentando di liquidare l’Ucraina in quanto Stato-nazione e distruggere l’identità e la cultura del suo popolo. Viene inoltre condannato il fatto che la guerra in corso abbia creato una crisi alimentare globale, giacché la Russia distrugge e saccheggia i depositi di cereali dell’Ucraina e continua a ostacolare le esportazioni di cereali dall’Ucraina verso i paesi più bisognosi.
I deputati invitano l’UE e i Paesi terzi a promuovere consapevolezza in merito agli eventi dell’Holodomor e ad altri crimini commessi dal regime totalitario sovietico. Condannano l’attuale regime russo per la manipolazione della memoria storica ai fini della propria sopravvivenza e chiedono alla Federazione Russa, in quanto principale successore dell’Unione Sovietica, di scusarsi per quei crimini.