UE. Incontro Ashton-Abu Mazen su riconoscimento Palestina, che chiede qualifica ‘osservatore non membro’. Come funziona l’ONU

TMNews, 12 set 11 –

La responsabile della politica estera dell’Unione Europea, Catherine Ashton, incontrerà oggi al Cairo il presidente palestinese Abu Mazen, per discutere della questione del richiesta di riconoscimento di un loro Stato che i palestinesi presenteranno tra pochi giorni durante l’annuale Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo riporta il sito web del quotidiano israeliano Haaretz. Fonti diplomatiche europee hanno detto ad Haaretz che Abu Mazen non chiedere al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il riconoscimento della Palestina come paese membro a pieno titolo dell’organizzazione, per evitare il veto degli Stati Uniti. Il presidente palestinese chiederà però il riconoscimento all’Assemblea generale, sperando di ottenere anche il voto favorevole dei 27 membri dell’Unione Europea, che al riguardo hanno posizioni divergenti.

Di fronte allo stallo del negoziato di pace, l’Autorità nazionale palestinese (Anp) è intenzionata a presentare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il prossimo 20 settembre, la richiesta di riconoscimento dello Stato palestinese, sperando di ottenere un voto favorevole che consentirebbe alla Palestina di ottenere lo status di osservatore permanente delle Nazioni Unite come “Stato non-membro” (analogo a quello della Santa Sede). Attualmente l’Anp gode dello status di osservatore permanente delle Nazioni Unite come “entità”. Secondo quanto hanno riferito fonti diplomatiche europee, il presidente palestinese Abu Mazen non chiederà il riconoscimento della Palestina come Stato membro a pieno titolo per evitare il veto degli Stati Uniti, che si oppongono all’iniziativa palestinese.

Come afferma la Carta delle Nazioni Unite, possono diventare membri dell’Organizzazione tutti gli Stati “amanti della pace che accettino gli obblighi” della Carta e che, “a giudizio dell`Organizzazione, siano capaci di adempiere tali obblighi e disposti a farlo”. Gli Stati sono ammessi nell’Onu come membri a pieno titolo “con decisione dell`Assemblea generale su proposta del Consiglio di Sicurezza”. Ciò significa che per ottenere la ‘membership’, uno Stato deve avere il parere favorevole di almeno 9 dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza, a patto naturalmente che nessuno dei cinque membri permanenti (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) opponga il suo veto.

Gli Stati non-membri delle Nazioni Unite, che sono membri in una o più agenzie specializzate dell’Onu, possono richiedere lo status di “osservatori permanenti”. Si tratta di una qualifica non menzionata dalla Carta delle Nazioni Unite, introdotta però sin dal 1946, quando il governo svizzero fu accolto nell’Organizzazione appunto come “osservatore permanente”. Stati inizialmente accettati come “osservatori permanenti” – come ad esempio l’Austria, la Finlandia, l’Italia e il Giappone – sono diventati successivamente membri a pieno titolo delle Nazioni Unite. La Svizzera è diventata membro Onu il 10 settembre 2002. Attualmente la Santa Sede ha lo status di “osservatore permanente” come Stato non-membro, mentre l’Autorità Palestinese è riconosciuta come “entità”.

Se l’Assemblea generale voterà in favore del riconoscimento della Palestina come Stato non-membro, i palestinesi potranno entrare a far parte delle principali agenzie specializzate dell’Onu, e avranno anche maggior forza per denunciare Israele alla Corte penale internazionale dell’Aia. Tuttavia, come osserva il New York Times, Israele manterrebbe ugualmente il suo controllo sui Territori, e i palestinesi, dopo l’iniziale euforia, resterebbero delusi.