Ue. La variante indiana del Covid-19 è stata rilevata dalle autorità sanitarie di alcuni paesi europei

di Alberto Galvi

Le autorità sanitarie di alcuni paesi europei come Regno Unito, Francia, Germania, Grecia, Romania, Svizzera e Belgio hanno rilevato casi della cosiddetta variante indiana, formalmente nota come B.1.617, la quale contiene due mutazioni nominate E484Q e L452R, anche se in realtà trasporta in totale più di una dozzina di mutazioni.
I casi hanno sollevato l’allarme per una possibile rapida diffusione delle infezioni guidate dal ceppo, che riunisce due mutazioni chiave del virus precedentemente individuato in altre varianti dominanti di coronavirus.
Il virus diventa più resistente agli anticorpi creati dai vaccini o da un’infezione passata. Inoltre è stata trovata in una variante ora etichettata come B.1.618, che è stata segnalata nel Bengala occidentale, da dove sono stati effettuati alcuni dei più alti numeri di sequenziamento del virus.
L’ondata di casi ha seguito un allentamento delle restrizioni e un gran numero di riunioni religiose e politiche. Gli scienziati stanno lavorando per capire come il suo preciso insieme di mutazioni influenzi la sua capacità di diffondersi da persona a persona e se tali mutazioni danno un vantaggio sulle nostre difese immunitarie, vaccini inclusi.
Prove preliminari suggeriscono che le mutazioni rendono la variante B.1.617 più trasmissibile e meno suscettibile ai vaccini rispetto ad altri ceppi, ma gli scienziati stanno ancora cercando di determinare la misura in cui questo avviene. La variante non è stata ancora approfondita come altre varianti, alcune delle quali stanno circolando anche in India, e il suo ruolo nel guidare l’attuale ondata di infezioni in India non è del tutto chiaro.
L’WHO (World Health Organization) la ha designata come una variante che potrebbe essere più contagiosa di altre versioni del virus, causare malattie più gravi o eludere l’immunità vaccinale in misura maggiore di altri ceppi già rilevati nel Regno Unito, Brasile e Sudafrica e che sono state classificate varianti con un livello di minaccia elevata.
La variante B.1.617 è stata registrata in almeno 17 paesi in tutto il mondo da quando è stata rilevata per la prima volta in India, che attualmente sta combattendo un’ondata devastante di infezioni da Covid-19 con 400mila contagi accertati in un giorno.
In Europa tuttavia la variante non sembra aver fatto progressi significativi in nessuno dei paesi colpiti o in tutta la regione. Se la variante B.1.617 prendesse piede in Europa, potrebbe portare a un picco di infezioni da Covid-19 minando i continui sforzi per lanciare le vaccinazioni e porre fine alla pandemia.
In risposta alla diffusione della variante un certo numero di governi europei tra cui Regno Unito, Francia, Italia, Germania, Belgio e Spagna ha emesso divieti di viaggio o restrizioni agli arrivi dall’India.
Le mosse arrivano mentre diverse nazioni europee combattono con la terza ondata per contenere il Covid-19, anche se ostacolati da lenti sforzi di vaccinazione di massa.
La variante B.1.617 è stata rilevata per la prima volta in India lo scorso ottobre e da allora si è diffusa altrove in Asia, nonché in Nord America, Europa e Medio Oriente, ovvero in Usa, Singapore e Nuova Zelanda.
Nel frattempo in Italia a causa dell’elevata percentuale di braccianti agricoli indiani sikh locali risultati positivi al virus è stata dichiarata una zona rossa a Bella Farnia, vicino a Sabaudia in provincia di Latina, a sud di Roma. In quella zona 80 cittadini indiani sono risultati positivi sui 550 tamponi effettuati. A partire dallo scorso 25 aprile le autorità sanitarie italiane hanno sospeso i viaggi dall’India a per le preoccupazioni dovute alle varianti Covid-19 attive in quel paese.
Fino al 12 maggio verrà negato l’ingresso in Italia a chiunque sia stato in India nei 14 giorni precedenti. Inoltre sono previste eccezioni per i residenti italiani che sono tenuti a fare un test prima del viaggio e ad auto isolarsi all’arrivo dopo l’arrivo in Italia.