Ue. Missione Sophia: proroga di 6 mesi, ma senza navi

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Nei giorni scorsi la Pesc Federica Mogherini ha lanciato l’allarme per la missione Sophia, affermando che a causa del disinteresse italiano si sarebbe potuta concludere a breve. Oggi gli Stati membri dell’Ue hanno prorogato di sei mesi la missione, che però, per quanto sia sostanzialmente uno sforzo navale, non vedrà la partecipazione di navi. Paradossalmente la sorveglianza del mediterraneo verrà fatta solo con mezzi aerei, i quali provvederanno ad avvertire la centrale operativa di Roma e questa a sua volta la Guardia costiera libica, che però opera solo nella propria zona di competenza. Si tratta sostanzialmente di un “congelamento” della missione per dare il tempo all’Italia di prendere una chiara posizione in merito.
La missione Sophia è stata voluta dall’Unione Europea nel 2015 all’indomani del naufragio, avvenuto il 18 aprile di quell’anno, al largo delle coste libiche di un peschereccio ed altri natanti, incidente nel quale persero la vita 800 persone. Si chiama “Sophia” dal nome di una bimba nata da una donna somala su una delle navi coinvolte: vero nome della missione è EuNavFor Med (European Union Naval Force Mediterranean), e vede coinvolti mezzi di Italia, Germania, Belgio, Gb, Spagna, Francia e Slovenia con lo scopo di neutralizzare le rotte della tratta dei migranti nel Mediterraneo e di colpire i trafficanti di uomini, ma anche di armi e di petrolio, nonché di addestrare la Guardia costiera libica. La sede operativa è situata a Roma.
Mogherini ha fatto notare in occasione del recente Consiglio Esteri dell’Ue che “in assenza di un accordo, e non vedo movimenti particolari in questa direzione, l’operazione Sophia terminerà alla fine di marzo. Con tutte le conseguenze del caso, purtroppo”.