Ue. Misure rigorose necessarie per proteggere i lavoratori stagionali

di Federico De Girolamo * –

Gli eurodeputati chiedono un’azione urgente per salvaguardare la salute, la sicurezza e le condizioni di lavoro dei lavoratori transfrontalieri e stagionali nel contesto di COVID-19, crisi che ha messo ulteriormente in luce ed esacerbato il dumping sociale e l’attuale precarietà delle situazioni di molti lavoratori transfrontalieri e stagionali impiegati nei settori agroalimentare, edile e sanitario dell’UE.
In una risoluzione il Parlamento esorta la Commissione a valutare le condizioni di occupazione, salute e sicurezza dei lavoratori transfrontalieri e stagionali, compreso il ruolo delle agenzie intermediarie e delle imprese subappaltatrici, per individuare le carenze della legislazione comunitaria e nazionale e, eventualmente, rivedere le leggi comunitarie esistenti. Il testo chiede inoltre un accordo rapido ed equilibrato sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, necessario per combattere la frode sociale e l’abuso dei diritti dei lavoratori mobili.
I deputati chiedono alla Commissione di emanare nuove linee guida specifiche per i lavoratori transfrontalieri e stagionali nel contesto di COVID-19, proporre soluzioni a lungo termine per affrontare le pratiche abusive di subappalto e garantire che l’Autorità europea del lavoro (ELA) diventi pienamente operativa. Gli Stati membri devono aumentare la capacità degli ispettorati del lavoro e garantire un alloggio di qualità, che non dovrebbe essere collegato alla retribuzione, si legge nel testo approvato.
La risoluzione è stata approvata con 593 voti a favore, 34 contrari e 38 astensioni.
La Commissione europea dovrebbe presentare a breve le linee guida per la protezione dei lavoratori transfrontalieri e stagionali.
Si stima che ogni anno nell’Ue vengano assunti tra gli 800mila e il milione di lavoratori stagionali, soprattutto nel settore agroalimentare: 370mila in Italia, 300mila in Germania, 276mila in Francia e 150mila in Spagna.
Nel 2018 il maggior numero di lavoratori transfrontalieri è andato dalla Polonia a lavorare in Germania (125mila persone, molte delle quali lavorano nel settore edile), dalla Francia al Lussemburgo (88mila), dalla Germania al Lussemburgo (52mila0), dalla Slovacchia all’Austria (48mila, la maggior parte delle quali donne che lavorano nel settore sanitario in Austria) e dalla Francia al Belgio (46mila).
I lavoratori stagionali e transfrontalieri possono essere impiegati in un altro Stato membro dell’Ue in base al diritto alla libera circolazione. La legislazione degli Stati membri ospitanti si applica a questi lavoratori, in base al principio della parità di trattamento. L’accesso alle indennità di disoccupazione e alla protezione sociale è regolamentato attraverso il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, attualmente in fase di revisione. 1,3 milioni di persone nell’UE vivono in uno Stato membro e lavorano in un altro.

* Addetto stampa Parlamento europeo.