Ue. Putin non spera nell’alleggerimento delle sanzioni, visto il peso nullo dei sovranisti

di Enrico Oliari

In vista della visita ufficiale in Italia nei primi giorni di luglio, il presidente russo Vladimir Putin ha annesso oggi di non aspettarsi un alleggerimento delle sanazioni da parte dell’Unione Europea, introdotte nel 2014 a seguito dell’annessione della Crimea. “L’Italia – ha spiegato Putin al Forum economico di San Pietroburgo – è un paese membro dell’Unione Europea e della Nato, ed è per questo che non credo che la mia visita a Roma porterà un qualche miglioramento nel quadro delle sanzioni imposte alla Russia”, per quanto i rapporti commerciali e politici fra i due paesi siano caratterizzati da una buona amicizia.
D’altro canto il suo alleato Matteo Salvini si trova sempre più isolato a Bruxelles, e la sua formazione Alleanza delle Nazioni e delle Liberta (Enf), stretta con Marine Le Pen, è numericamente insignificante specie dopo che i suoi alleati “sovranisti”, dall’ungherese Viktor Orban al polacco Jaroskav Kaczynsky, al britannico Nigel Farage gli hanno voltato le spalle.
Il primo è stato Orban, il quale ha rinnegato i toni duri da campagna elettorale nella speranza di essere riammesso nella famiglia Ppe, da dove è stato sospeso con il suo Fidez in marzo a seguito dei forti attacchi al capo della Commissione Jean Claude Juncker e all’istituzione europea stessa. Alle elezioni europee Orban ha vinto con quasi il 53% dei consensi, aggiudicandosi 13 dei 21 seggi spettanti all’Ungheria.
Farage, che ha vinto in Gran Bretagna con il Brexit Party (29 seggi), ha avuto colloqui “privati” con gli esponenti dell’Enf, ma ha poi detto che “si sono comportati malissimo” e che “la conversazione preliminare amichevole si è trasformata in modo politico e direi piuttosto disonesto”, per cui il gruppo rimarrà trasversale fino all’uscita dall’Ue, magari ricostruendo il vecchio Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (Efdd), fino ad oggi costituito da Ukip e 5Stelle.
I polacchi di Pis (Partito del Diritto e della Giustizia, 26 seggi) siederanno con i conservatori di Ecr.
Salvini non potrà quindi battere i pugni sul tavolo come aveva più volte tuonato nella sua perenne campagna elettorale, dal momento che su 751 eurodeputati il suo gruppo Enf conta solo 58 deputati, mettendo insieme Lega, Front Nationale, Alternative fuer Deutschland e una serie di piccolissimi partiti sovranisti da uno o due deputati, ma utili in quanto per fare un gruppo parlamentare servono 25 deputati in rappresentanza di almeno 7 Paesi.
Intanto si profila la maggioranza che dovrebbe essere formata dai liberali di Alde (Guy Verofstadt, 105 seggi), PPE (179 seggi), Verdi (74 seggi) e Socialdemocratici (S&D, 153 seggi).