Ue. Sassoli, ‘Il nazismo e il razzismo non sono opinioni, ma crimini’

di Roberto Cuillo * –

Il Parlamento europeo ha ricordato con una cerimonia solenne durante la seduta plenaria di Bruxelles, il 75mo anniversario dalla liberazione del campo di concentramento nazista Auschwitz-Birkenau.
In occasione della cerimonia, ai membri del Parlamento europeo si sono uniti i sopravvissuti all’olocausto e la senatrice a vita italiana Liliana Segre.
Durante il suo discorso di apertura in plenaria il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha dichiarato che “Ad Auschwitz, terra europea, quel giorno del 1945 vennero aperti i cancelli dell’abisso.
Ad Auschwitz è l’essenza stessa dell’umanità ad essere stata messa in dubbio dalla volontà di sterminare il popolo ebraico, e con esso il popolo rom e sinti, gli oppositori, i popoli slavi, gli omosessuali.
Ad Auschwitz, si è incarnata la negazione stessa della nostra civiltà. La civiltà che ha origini ebraiche e cristiane, che ha incontrato il mondo islamico, che ha conquistato l’Illuminismo e costruito la propria convivenza sul diritto, che si è battuta contro la barbarie e la difesa della dignità umana, che ha cercato di offrire un’idea della bellezza della persona e delle persone che vivono insieme nelle nostre città e nei nostri paesi. Una civiltà che ha fermato la propria corsa verso il desiderio di libertà sulla soglia del cancello di Auschwitz.
Dinanzi a ciò, quest’oggi, pieni di emozione e riuniti nel raccoglimento, ci inchiniamo davanti a tutte le vittime della Shoah e vogliamo assumerci il nostro dovere di ricordare; ci assumiamo tale dovere perché sappiamo che Auschwitz è stata costruita da europei e noi siamo chiamati ad assumerci questa paternità perché quello che è successo incombe su di noi e ci chiama alla responsabilità.
Auschwitz, con tutte le fabbriche della morte disseminate nello spazio europeo, rappresenta una questione fondamentale della nostra società, della nostra civiltà, della nostra cultura e ci impone degli obblighi. Ci impone innanzitutto l’obbligo di agire ogni qualvolta vi è un atto di violenza e discriminazione, tutte le volte che un’azione antisemita e razzista si presenta nelle nostre società. Dobbiamo sempre considerare tutto ciò un attacco alla dignità delle persone e alla nostra idea di Europa. Il nazismo e il razzismo non sono opinioni, ma crimini.
Ogni volta che leggiamo sul giornale notizie di violenze, sacrilegi, insulti noi dobbiamo considerare queste violenze, sacrilegi e insulti rivolti a ciascuno di noi. Sono attacchi all’Europa e ai valori che essa rappresenta e che incarnano le due malattie della nazione moderna che si propagano nel Continente: da una parte la sacralizzazione delle frontiere e, dall’altra, la ricerca di un’identità pura e univoca – religiosa, etnica e culturale – che conduce inevitabilmente a costruire nemici.
L’Europa al contrario si è formata e vogliamo continui a formarsi con le nostre diversità, con pluralità di voci, con il pluralismo politico, religioso, culturale. Ed è proprio per questo che dobbiamo essere riconoscenti all’ebraismo che ci ha consentito di formare quello spirito universalista che è parte integrante della nostra visione del mondo.
Ecco perché ci rivolgiamo ai governi perché usino vigilanza e severità nei confronti di ogni forma di intolleranza. Non sono ragazzate i vandalismi compiuti nei cimiteri ebraici, gli assalti alle sinagoghe e ai luoghi di culto, le minacce a cui vengono sottoposte famiglie europee di religione ebraica o le forme di intolleranza che colpiscono le minoranze presenti negli Stati membri.
Nei nostri Trattati tutto questo è scritto molto chiaramente e chiediamo alla Commissione europea e al Consiglio di adoperarsi perché́ ciò̀ venga fatto rispettare, conservare la memoria di quanto è accaduto ad Auschwitz e a caricarci della responsabilità̀ di trasmettere la memoria. Questo compito, man mano che il volgere inesorabile del tempo farà̀ mancare i testimoni, è affidato alla nostra e alle future generazioni.
Noi tutti dobbiamo quindi esprimere la nostra riconoscenza alla senatrice Liliana Segre che è qui tra noi oggi per consegnarci la sua testimonianza. Auschwitz è indicibile. Voglio però credere che la testimonianza di coloro i quali hanno visto l’indicibile riesca a muovere i nostri cuori e a ispirare l’etica delle nostre azioni, affinché́ ciò non avvenga mai più”.

* Portavoce del Presidente del Parlamento europeo.