Ue. Standard sociali minimi per artisti e lavoratori culturali

di Maurizio Molinari * –

Il Parlamento europeo invita la Commissione a proporre uno “statuto europeo dell’artista” che definisca un quadro comune sulle condizioni di lavoro e standard minimi sociali per tutti i Paesi Ue.
In una risoluzione gli eurodeputati affermano che gli Stati membri dovrebbero garantire che i freelance e i lavoratori autonomi, compresi gli artisti e i lavoratori culturali, abbiano accesso alla contrattazione collettiva.
Il testo, non legislativo, è stato approvato con 543 voti favorevoli, 50 contrari e 107 astensioni.

Mobilità transfrontaliera.
Le differenze legislative a livello nazionale sullo status giuridico degli artisti ostacolano la collaborazione e il lavoro transfrontaliero. I Paesi UE dovrebbero riconoscere a livello transfrontaliero le competenze, le qualifiche e i diplomi culturali e creativi, oltre a rimuovere tutti gli altri ostacoli relativi alla circolazione transfrontaliera e al lavoro rivedendo, ad esempio, i requisiti amministrativi su visti, tassazione e sicurezza sociale.
Gli eurodeputati chiedono anche programmi specifici dedicati alla mobilità dei giovani creatori e innovatori, al fine di promuovere gli scambi e l’innovazione nei settori della cultura e della creatività.

Introiti da copyright e piattaforme di streaming.
A causa della pandemia, sia gli artisti che il pubblico stanno diventando sempre più dipendenti dalle piattaforme di streaming digitale, che impongono “clausole di buyout” agli autori, acquistando da loro il pieno diritto d’autore in cambio di un pagamento una tantum e privando così gli autori delle loro royalties. I deputati chiedono alla Commissione di garantire che le entrate siano debitamente ed equamente distribuite a tutti i creatori, artisti e titolari di diritti.

Difendere la libertà artistica.
I Paesi Ue sono esortati a promuovere e difendere la libertà artistica e a garantire che i cittadini europei possano godere liberamente delle creazioni artistiche. Inoltre, i deputati esortano la Commissione a sanzionare gli Stati membri che non rispettano i loro obblighi.
La relatrice Monica Semedo (Renew, LU) ha dichiarato: “Anche prima della pandemia molti artisti si trovavano in difficoltà e avevano bisogno di un secondo reddito per avere una vita decente. Esortiamo gli Stati membri e la Commissione a prendere misure specifiche per affrontare il reddito instabile, il lavoro non retribuito e l’insicurezza sul lavoro, e per salvaguardare uno standard minimo di reddito per gli artisti e i professionisti della cultura. Inoltre, dobbiamo evitare gli oneri burocratici come i permessi di lavoro o i permessi per organizzare festival e la doppia tassazione per gli artisti che lavorano oltre confine”.

Nel 2020, il settore culturale e creativo dell’UE ha subito perdite sul fatturato di oltre il 30%, una perdita cumulativa di 199 miliardi di euro – con i settori della musica e delle arti dello spettacolo che hanno subito perdite rispettivamente del 75% e del 90%.

*Responsabile Media del Parlamento europeo in Italia.