di Alessio Cuel –
Giovedì il Parlamento europeo ha approvato, con il voto favorevole di 425 eurodeputati, una risoluzione concernente il proseguimento del sostegno finanziario e militare all’Ucraina da parte degli stati membri dell’Unione Europea. A favore della risoluzione nel suo insieme si sono espressi il Partito Democratico, con due eccezioni, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Contro invece si sono espressi i parlamentari di Lega, Movimento 5 Stelle, Europa Verde e Sinistra Italiana.
Fin qui, nulla di sorprendente. Lega e Movimento 5 Stelle, così come Europa Verde e Sinistra Italiana, non hanno mai nascosto nell’ultimo biennio il loro diniego alla prosecuzione del sostegno finanziario e militare a Kiev, così come scetticismo è stato espresso da Cecilia Strada e Marco Tarquinio, eletti tra le fila del PD e che giovedì si sono astenuti sul testo complessivo della risoluzione.
A tenere banco e ad alimentare le discussioni in particolare è stato l’articolo 8 (1) della risoluzione. Pur essendo l’articolo stesso passato con 377 voti favorevoli, 191 contrari e 51 astenuti, sul punto si è registrata la contrarietà della stragrande maggioranza degli eurodeputati italiani.
Hanno votato a favore dell’articolo 8 infatti solo 7 eurodeputati italiani su 73: Lara Magoni e Ruggero Razza (Fratelli d’Italia), Marco Falcone, Giusi Princi e Massimiliano Salini (Forza Italia), Elisabetta Gualmini e Pina Picierno (Partito Democratico).
Gualmini poche ore prima del voto ha affidato il proprio pensiero a X: “Voterò a favore della risoluzione sugli aiuti finanziari e militari all’Ucraina e a favore del punto 8, relativo all’alleggerimento delle restrizioni sull’uso delle armi per colpire target militari in territorio russo. Sto dalla parte della democrazia e della difesa della libertà. Non sto dalla parte dei Vannacci, dei Bardella, dei Patrioti e dei filoputiniani ormai presenti in dosi massicce al Parlamento europeo”.
Con una maggioranza di voti contrari all’impiego delle armi ucraine in territorio russo, l’Italia si è di fatto unita a un “fronte est europeo” di paesi contrari all’articolo 8. La maggioranza dei parlamentari di Ungheria, Grecia, Cipro, Austria, Slovacchia, Bulgaria, Romania e Malta, oltre appunto all’Italia, si è infatti schierata contro l’articolo 8. A favore invece tutti gli altri paesi inclusi, tra i “grandi”, Germania, Francia e Spagna.
Il testo della risoluzione è stato dunque approvato dall’Eurocamera, incluso il tanto discusso articolo 8. Tuttavia, va detto che le risoluzioni del Parlamento europeo non sono giuridicamente vincolanti: la palla passa pertanto ora alle altre istituzioni europee, e a quelle nazionali, chiamate eventualmente a recepire l’orientamento degli europarlamentari e a legiferare di conseguenza.
Note:
1 – Il Parlamento europeo invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo, in quanto ciò ostacola la capacità dell’Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all’autodifesa ai sensi del diritto internazionale pubblico e lascia l’Ucraina esposta ad attacchi contro la sua popolazione e le sue infrastrutture.