Uganda. Museveni ha prestato giuramento per il suo sesto mandato presidenziale

di Alberto Galvi –

Il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni ha prestato giuramento per il sesto mandato consecutivo, ma il suo discorso inaugurale è stato duramente criticato per aver represso l’opposizione politica. Tra gli ospiti c’erano diversi capi di Stato africani tra cui quelli di Kenya, Tanzania, Sud Sudan, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Namibia, Burundi, Zimbabwe, Guinea, e Somalia.
Inoltre erano presenti i vicepresidenti, primi ministri e ministri del Gabon, Nigeria, Sud Africa, Sudan, Guinea Equatoriale, Saharawi, Algeria, Russia, Mozambico, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Ruanda, Cina, Egitto, Zambia, Sri Lanka e Malawi. La maggioranza degli oltre 4mila gli ospiti invitati erano sostenitori del partito al governo. Il ministro della Presidenza Esther Mbayo era euforico per il giuramento: Museveni resterà presidente dell’Uganda fino al 2025.
Museveni e il suo partito il NRM (National Resistance Movement) sono stati dichiarati vincitori delle elezioni del 14 gennaio scorso con il 58,6 per cento dei voti, ma il leader dell’opposizione Bobi Wine e il suo NUP (National Unity Platform), partito che è arrivato secondo con il 34 per cento delle preferenze, ritengono che il voto sia stato truccato.
Durante la campagna elettorale molti giovani ugandesi sono stati arrestati, feriti o uccisi, mentre le forze di sicurezza cercavano di impedire a Wine di tenere manifestazioni. Bobi Wine ha contestato il risultato delle elezioni in tribunale, ma in seguito ha ritirato la sua petizione sostenendo che la magistratura era accatastata a favore di Museveni. Anche Kizza Besigye, un veterano dell’opposizione che ha perso contro Museveni in quattro elezioni presidenziali controverse e spesso violente, è stato posto agli arresti domiciliari.
Museveni ha prestato giuramento per la prima volta come presidente dell’Uganda nel 1986, dopo aver rovesciato il governo guidato dal generale Tito Okello Lutwa. Da allora afferma di aver sviluppato una struttura democratica per l’Uganda respingendo così le critiche dei suoi delatori. Inoltre ha criticato alcuni paesi occidentali che interferiscono nelle questioni africane, come è successo nel caso della Libia.