Ungheria. Domani al voto, scontato il terzo mandato per Orban

di Elisabetta Corsi

Domani l’Ungheria andrà alle urne per eleggere il nuovo presidente. Sono ancora molti gli indecisi ma al momento viene dato come favorito il presidente uscente, Viktor Orban, che così entrerebbe nel suo terzo mandato. Vi sarebbe, secondo i sondaggi, un calo di voti per il leader del Fidesz a causa del mancato rinnovamento dei temi proposti. Da più parti arrivano per Orban accuse di populismo per le sue posizioni contrarie alle politiche dell’accoglienza e della redistribuzione dei migranti, culminate con la costruzione di barriere ai confini, come pure per l’euroscetticismo conclamato. Posizioni che lo vedono avverso al connazionale e il magnate Georges Soros, di cui Orban ha cercato di contrastare i progetti quali, ad esempio, i finanziamenti alle ong che aiutano i migranti.
Gábor Vona, 39 anni, si presenta alle elezioni con il partito nazionalista Jobbik, e tra i temi propositi vi è quello di eliminare il sistema dirigistico governa il paese; Jobbik è tradizionalmente euroscettico ed antieuropeista, e nella campagna elettorale Vona ha mosso continue accuse di corruzione e di clientelismo nei confronti di Orban, oltre che di aver disatteso le promesse elettorali.
La coalizione tra il Partito socialista e il partito ecologista Dialogo per l’Ungheria, guidata dal 42enne Gergely Karácsony, potrebbe essere la terza forza a superare lo sbarramento del 5 per cento per i partiti e del 10 per cento per le coalizioni, mentre per gli altri c’è poca speranza di entrare in parlamento.
Essi sono Bernadett Szél, 41 anni, sostenuta dal partito ecologista Lehet Más a Politika (Lmp); Ferenc Gyurcsány, 57 anni, sostenuto dal partito liberal-socialista Coalizione democratica (Dk); Viktor Szigetvári, 39 anni, sostenuto da Együtt, partito liberal-socialista.
Momentum è una forza messa in piedi da giovani borghesi un anno fa, fiiloeuropeista, antirussa e liberale, ma difficilmente avrà la possibilità di superare lo sbarramento.
Curioso il Partito del Cane a due code, cresciuto denunciando la corruzione della classe politica magiara ma soprattutto per gli slogan originali della campagna elettorale del tipo “Birra gratuita”, “un giorno lavorativo alla settimana” o “vita eterna”.