Ungheria. La legge di Orban anti-Lgbt che divide l’Europa

di Mariarita Cupersito –

Il presidente della Repubblica Ceca Miloš Zeman ha espresso nel corso di un’intervista a Prima News Cnn il proprio sostegno all’Ungheria in merito alla controversa legge che vieta la promozione o la rappresentazione dell’omosessualità o il cambiamento di genere, liquidando le critiche degli altri Paesi come “interferenze negli affari interni”.
“Viktor Orbán non dichiara di essere contro gli omosessuali”, ha affermato Zeman, “ma di essere contro la manipolazione dei genitori e dei bambini in tema di educazione sessuale. Non ho motivo per non essere d’accordo con lui, perché sono decisamente infastidito da suffragette, movimento Mee too e Gay Pride di Praga”. Il presidente Zeman prosegue sostenendo che l’educazione sessuale “non è un tema adatto ai bambini delle elementari, ma ai ragazzi del liceo”.
Il tema è alla ribalta nel dibattito politico europeo da qualche settimana: mentre l’Italia si trova a dover fronteggiare il Vaticano che ha impugnato il Concordato criticando il ddl Zan, a Bruxelles 17 Paesi europei si sono espressi contro il provvedimento ungherese che vieta la diffusione ai minori di contenuti riguardanti l’omosessualità.
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, ribadendo l’importanza della discussione che concerneva diritti fondamentali ha dichiarato in conferenza stampa che “È stato difficile, ma era necessario parlarne”. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha dichiarato che “È stata una discussione molto franca sui valori, necessaria perché riguarda le identità personali. I nostri valori sono molto chiari, sono custoditi nell’articolo 2 dei Trattati, e noi dobbiamo essere all’altezza di questi”.
Il premier olandese Mark Rutte ha invitato l’Ungheria a seguire l’esempio del Regno Unito e ad abbandonare l’Unione, ma Budapest respinge tale ipotesi chiedendo all’Olanda di “mostrare più rispetto per gli ungheresi”. La discussione ha portato a una frattura dell’Ue che vede Slovenia e Polonia schierarsi a sostegno di Orbán.
Il presidente francese Emmanuel Macron, nel condannare la nuova legge, sottolinea l’importanza di fermare l’ascesa di idee illiberali che stanno “minacciando i nostri valori”, sostenendo l’idea della Commissione di avviare un’azione legale contro Budapest, ma aggiungendo che “sarebbe sbagliato puntare il dito contro Orbán senza riflettere sui motivi che spingono alcuni paesi dell’Europa orientale a voltare le spalle ai valori democratici. Non è tanto lo sviamento delle leggi che mi preoccupa, quanto lo sviamento nelle menti e nelle mentalità. E come tale è una battaglia culturale e di civiltà che dobbiamo combattere”.