Ungheria. Orban stravince con i due terzi, ora metterà mano alla Costituzione

di Elisabetta Corsi

Viktor Orban conquista il suo terzo mandato ed è di nuovo premier: il suo partito Fidesz ha vinto le elezioni con il 48,53%, mentre al secondo posto rimane Jobbik con il 19,51%. In sostanza il partito di Viktor Orban ha conquistato 133 seggi su 199, quindi maggioranza assoluta con i due terzi dei seggi. Si è registrata una delle affluenze più elevate degli ultimi anni, il 68,8% della popolazione ungherese si è recata alle urne.
Il maggiore consenso al partito di Orban viene più dai piccoli centri e dai paesi , mentre la sinistra ha fatto breccia nelle grandi città. La sua vittoria è stata anche data da la sua capacità di persuasione nei confronti degli indecisi, che hanno dato fiducia al suo programma improntato sul nazionalismo e sul pugno duro nei confronti del tema migranti. In ogni caso, Jobbik si conferma essere la forza d’opposizione più forte del paese, per quanto anche questa antieuropeista, nazionalista e avversa all’accoglienza.
I due leader dei partiti Jobbik e dei socialisti, Gábor Vona e Gyula Molna, hanno rassegnato le dimissioni appena hanno appresso del risultato, stessa cosa per i partiti minori che hanno visto dimissioni dei vertici a raffica. In particolare Vona aveva dichiarato prima delle elezioni che in caso di sconfitta sarebbero seguite le dimissioni immediate.
Nella sua prima intervista alla tv da premier riconfermato Viktor Orban ha dichiarato che “Non siamo contro l’Europa e l’Unione Europea, ma non vogliamo questa Europa. Vogliamo un’Europa di successo e forte, ma per fare ciò, serve che diciamo tutto quello che ci ferisce”, “Noi vogliamo correggere gli errori dell’Europa”. Le sue prime parole sono state riguardo alla vittoria storica che ha ottenuto il suo partito e in particolare sul suo desiderio di proteggere l’Ungheria.
Una vittoria che sicuramente porterà a una continuazione della sua politica contro l’immigrazione e i diktat dell’Unione Europea specialmente in tema di accoglienza, ma forte al punto da permettergli di mettere mano alla riforma costituzionale. Per vincere Orban ha usato tutta la sua forza di persuasione sui media pubblici, in molti casi da lui controllati.
Douglas Wake, a capo della missione degli osservatori elettorali dell’Osce a Budapest, ha osservato che “Gli elettori avevano a loro disposizione una vasta gamma di opzioni politiche, ma la retorica di intimidazione e di xenofobia, i media di parte e una campagna di finanziamento opaco ha ristretto la possibilità di un vero dibattito politico”.