Unicef, ‘2,6 milioni di neonati morti entro un mese’

di C. Alessandro Mauceri

2,6 milioni di neonati morti prima di aver compiuto un mese, dei quali un milione lo stesso giorno in cui sono vengono alla luce. In totale sono 7mila ogni giorno: quasi cinque ogni minuto.
Sono questi i numeri del rapporto “Ogni bambino è vita”, appena presentato dall’UNICEF. Nonostante i successi ottenuti nella riduzione della mortalità infantile globale (0-5 anni), il tasso di mortalità neonatale (0-1 anno) rimane elevatissimo, soprattutto nei paesi più poveri del mondo: nei paesi a basso reddito, la media del tasso di mortalità neonatale è di 27 morti su mille nati; in quelli ad alto reddito, il tasso scende a 3 su mille.
In fondo alla classifica (ovvero con il minor numero di morti per mille abitanti) Giappone, Islanda e Singapore, al contrario in cima si piazzano Pakistan, Repubblica Centrafricana e Afghanistan. Dei 10 luoghi più pericolosi per i nuovi nati, otto si trovano nell’Africa subsahariana.
“Negli ultimi 25 anni – dichiara Henrietta H. Fore, direttore generale dell’Unicef – abbiamo più che dimezzato il numero di morti fra i bambini sotto i cinque anni, non abbiamo fatto progressi simili nel porre fine alla morte di bambini con meno di un mese di vita. Dato che la maggior parte di queste morti sono prevenibili, non abbiamo ancora raggiunto i risultati necessari per i bambini più poveri del mondo”.
La cosa più impressionante per, è un’altra: molte di queste morti potrebbero essere evitate grazie all’aiuto di personale ostetrico qualificato, insieme a soluzioni semplici come l’utilizzo di acqua potabile, disinfettanti, allattamento al seno e contatto pelle a pelle sin dalle prime ore di vita. Una delle principali cause della mortalità neonatale nei Paesi in via di sviluppo appare essere la carenza di operatori sanitari qualificati. A confermarlo ancora una volta sono i numeri: mentre in Norvegia ci sono 218 medici, infermieri e ostetriche ogni 10.000 abitanti, in Somalia questo valore scende ad appena 1 ogni 10mila.
L’Italia, per una volta, si colloca nella fascia alta della classifica con una mortalità bassa, pari a 2 – ovvero 1 decesso in età neonatale ogni 500 bambini nati vivi: è al 169° posto (su 184 Stati) nella classifica globale del tasso di mortalità neonatale. Meglio solo Giappone, Islanda, Singapore, Finlandia, Slovenia, Estonia, Cipro, Repubblica di Corea, Norvegia, Lussemburgo, Svezia, Repubblica Ceca e Spagna.
Decisamente peggiore la situazione in Francia, Svizzera, Regno Unito e soprattutto Stati Uniti d’America dove il tasso di mortalità infantile è ben più alto di quello di paesi come Lettonia, Slovacchia e Lituania.
Paesi come l’India, dove pure si registrano notevoli miglioramenti rispetto al passato, mostrano ancora numeri allarmanti: qui circa 600 mila neonati muoiono ogni anno prima di raggiungere i 28 giorni di vita, un quarto di tutti i decessi neonatali del pianeta.
Resta da fare una riflessione. Nonostante le promesse e i miliardi di dollari spesi, esiste ancora una enorme diversità nel mondo: nascere in alcuni paesi comporta un rischio di morte entro il primo mese di vita cinquanta volte maggiore che in altri paesi. Una differenza che costa la vita a cinque neonati ogni minuto.