Unicef: presentato il Report Card 16

di C. Alessandro Mauceri

Presentato nei giorni scorsi Report Card 16, lo studio realizzato dal Centro di Ricerca Innocenti dell’Unicef. I dati che emergono dal rapporto sono per molti versi preoccupanti: suicidi, infelicità, obesità e scarsa capacità relazionale sono diffuse tra i bambini dei Paesi dell’OCSE.
I ricercatori hanno utilizzato e confrontato i dati nazionali analizzando i fattori che condizionano il benessere dei bambini nei paesi più “ricchi” del pianeta. É stato adottato un “approccio multi livello all’analisi del benessere, adattandolo per favorire i confronti internazionali”, un modello basato su sfere di influenza concentriche simile a quello sviluppato dallo psicologo americano Urie Bronfenbrenner per spiegare come i bambini interagiscono con l’ambiente in cui vivono e come questo influenzi il loro sviluppo. Al centro dell’analisi i bambini, il mondo che li circonda e il mondo in generale. Vengono analizzate progressivamente l’insieme delle Attività e Relazioni, ad esempio quelle con la famiglia o con i coetanei, le Risorse e le Reti di relazioni, e poi le “Politiche ed il Contesto”, che includono i programmi nazionali che interessano i bambini, come le politiche sociali, l’istruzione e la sanità, e il Contesto, che comprende fattori economici, sociali e ambientali che influenzano il benessere dei bambini direttamente o indirettamente.
Impietosi i risultati cui sono giunti i ricercatori: se da un lato non sorprende trovare ai primi posti tra i migliori Paesi Bassi, Danimarca e Norvegia, dall’altro lascia a bocca aperta trovare gli Stati Uniti d’America al terzultimo posto della graduatoria. Peggio solo Bulgaria e Cile, ultimo assoluto tra i paesi OCSE. Anche altri paesi hanno ottenuto risultati inaspettati: Malta 34ma su 38 paesi seguita dalla Nuova Zelanda. E poi il Canada, “solo” 30mo, e il Regno Unito, 27mo.
19mo posto per l’Italia, al centro della classifica, penalizzato in modo pesante dalla 31ma posizione sulla salute fisica.
“Molti dei Paesi più ricchi del mondo, che hanno le risorse necessarie per garantire a tutti i bambini una bella infanzia, stanno fallendo”, ha dichiarato Gunilla Olsson, direttore dell’Unicef Innocenti. “A meno che – ha aggiunto – i governi non intraprendano azioni rapide e decise per proteggere il benessere dei bambini nell’ambito delle loro risposte alla pandemia, possiamo continuare ad aspettarci un’impennata dei tassi di povertà fra i bambini, un deterioramento della salute mentale e fisica e un crescente divario di competenze tra i bambini. Il sostegno alle famiglie e ai bambini, legato al Covid-19, è tristemente inadeguato. Bisogna fare di più per garantire ai bambini un’infanzia sicura e felice, ora”.
Significativo anche il giudizio sui dati forniti dai vari uffici nazionali: In molti casi i dati erano era limitati o non completi. I ricercatori hanno evidenziato carenze o assenza totale di dati in diversi ambiti, fra cui: il benessere mentale, la violenza di cui sono vittime tanti bambini e la loro tutela, e la possibilità per loro di partecipare, di esprimere la propria opinione e di scegliere, che pure è uno dei principi di base della Convenzione dei Diritti del Fanciullo. Tutti “temi che” secondo i ricercatori “i dipartimenti statistici dei vari governi e la comunità di ricerca internazionale devono urgentemente affrontare”.
La realtà che emerge scorrendo i dati è impietosa: nella maggior parte dei paesi, meno di 4 bambini su 5 si ritengono soddisfatti della propria vita. A registrare il livello più basso è la Turchia (53%), seguita da Giappone e Regno Unito (!). Molti bambini non ricevono dalle proprie famiglie il supporto di cui hanno bisogno. Molti sono vittime di bullismo. E molti soffrono di una salute mentale significativamente grave. A la Lituania a registrare i tassi di suicidio più alti fra gli adolescenti, una delle cause principali di morte fra i bambini e i ragazzi di 15-19 anni nei paesi ricchi!
In oltre un quarto dei paesi “ricchi” la mortalità dei bambini è ancora superiore a 1 ogni mille. In media, il 40% dei bambini in tutti i paesi OCSE non possiede competenze di base di lettura e matematica entro i 15 anni. E questo nonostante il 95% dei bambini in età prescolare sia iscritto a programmi di apprendimento organizzati e sia in calo il numero dei Neet, i giovani tra i 15 e i 19 anni che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di formazione.
Nella maggior parte dei paesi, almeno 1 bambino su 5 non ha fiducia nelle proprie capacità sociali di fare nuove amicizie. Anche obesità e sovrappeso fra i bambini sono un problema sempre più grave: tra i paesi OCSE, circa 1 bambino su 3 è o obeso o in sovrappeso. Si considerano sovrappeso le persone con un indice di massa corporea (IMC) superiore a 25, mentre un IMC superiore a 30 è sinonimo di obesità. Negli ultimi anni, in alcuni paesi ad alto reddito, l’obesità ha mostrato trend di crescita preoccupanti: tra i bambini e gli adolescenti di età compresa tra 2 e 19 anni negli Stati Uniti è aumentata di oltre un terzo negli ultimi 15 anni. A livello mondiale, si prevede che il numero di bambini e adolescenti obesi tra i 5 e 19 anni passerà da 158 milioni nel 2020 a 254 milioni entro il 2030.
Si tratta di aspetti che spesso nei minori diventano gravi problemi anche dal punto di vista psicologico, specie per le ragazze. Oltre a tutti i problemi legati alla salute (diabete, malattie cardiovascolari, ipertensione, cancro, disturbi alla cistifellea e a un’aspettativa di vita più breve), l’obesità anche “ha notevoli ripercussioni emotive e relazionali, limitando la partecipazione alla vita sociale e riducendo l’autostima” si legge nel rapporto. Risultato? In alcuni paesi ricchi, oltre 10 adolescenti tra i 15 e i 19 anni su 100mila decidono di togliersi la vita!
Una situazione grave resa ancora peggiore dall’epidemia di Covid-19: nella prima metà del 2020 la maggior parte dei paesi OCSE ha chiuso le scuole chiuse. La conseguente permanenza a casa con membri della famiglia e amici carichi di ansia e lo scarso accesso all’assistenza sanitaria, combinati con la perdita economica causata dalla pandemia hanno peggiorato la situazione già grave fino a renderla in molti casi catastrofica per il benessere dei bambini.