Usa. AGOA: sospesi Guinea, Mali e Etiopia dal programma. Ne trarrà vantaggio la Cina

di Alberto Galvi

L’AGOA (African Growth and Opportunity Act) ha escluso dal 1 gennaio dal suo programma commerciale l’Etiopia, la Guinea e il Mali. L’Etiopia ha perso i suoi benefici in ambito AGOA per presunte gravi violazioni dei diritti umani nel conflitto che ha interessato la regione settentrionale del Tigré, mentre Guinea e Mali sono venuti meno a causa dei cambiamenti giudicati incostituzionali dei loro governi.
L’AGOA offre dal 2000 ai paesi dell’Africa subsahariana l’accesso senza dazi ai mercati statunitensi. In cambio questi paesi devono soddisfare requisiti di ammissibilità come la promozione di un’economia basata sul mercato, il progresso sul pluralismo politico e l’eliminazione degli ostacoli al commercio e agli investimenti statunitensi.
Quando un paese viene sospeso dall’AGOA, perde il suo vantaggio competitivo e aumenta le possibilità che investitori e imprese cercheranno mercati più stabili. Lo stato di ogni paese può essere rivisto non appena vengono soddisfatti i requisiti programma statunitense.
Dell’esclusione dell’Etiopia, del Mali e della Guinea dall’AGOA si avvantaggerà sicuramente la Cina, la quale stringe accordi con i paesi africani solo di natura prettamente economica, quindi senza includere questioni che riguardano la politica o i diritti umani. Inoltre quando la Cina ha cercato una collaborazione più stretta con l’Africa, lo ha fatto mettendo allo stesso tavolo i vertici cinesi e i capi di Stato africani, mentre i paesi occidentali convocano vertici bilaterali mirati, avvantaggiando alcuni paesi ed escludendone altri.
Ben 38 paesi erano inseriti nel 2020 nel programma commerciale dell’AGOA, ma mentre questo ha ottenuto nel migliore dei casi risultati modesti per quanto riguarda l’integrazione delle economie africane con gli Stati Uniti, il meccanismo per i partenariati sino-africani è stato valutato con successo da tutte le parti in causa. L’AGOA è comunque in attesa di essere rinnovato 2025.