Usa. Il Burkina Faso è stato sospeso dal programma di preferenza commerciale AGOA

di Alberto Galvi

A partire dal 1 gennaio 2023 gli Stati Uniti hanno ritirato il Burkina Faso dal loro programma di preferenza commerciale AGOA (African Growth and Opportunity Act), a causa delle profonde preoccupazioni per il cambiamento incostituzionale nel governo nel paese africano. L’AGOA è entrato in vigore nel 2000 sotto l’amministrazione dell’ex presidente Bill Clinton.
In base all’accordo AGOA migliaia di prodotti africani possono beneficiare della riduzione di tasse sulle importazioni, a patto che siano soddisfatte le condizioni in materia di diritti umani, buon governo e protezione dei lavoratori, nonché non applicando un divieto doganale sui prodotti americani che circolano sul loro territorio.
L’ufficio dell’USTR (United States Trade Representative) ha affermato che il Burkina Faso non è riuscito a soddisfare i requisiti dello statuto dell’AGOA con il ripristino del programma commerciale che fornisce alle nazioni dell’Africa sub-sahariana un accesso esente da dazi agli Stati Uniti se soddisfano specifici requisiti di ammissibilità, compreso il progresso verso il pluralismo politico.
Il ministero degli Affari esteri del Burkinabè ha reagito alla decisione ripetendo che il calendario per il ritorno alla democrazia non era cambiato. Il Burkina Faso si era impegnato a tornare al governo costituzionale in 24 mesi in un accordo di luglio con il blocco regionale dell’Africa occidentale ECOWAS (Economic Community of West African States).
Il Burkina Faso è stato nella morsa di un conflitto in cui gruppi armati legati ad al-Qaeda e all’ISIS hanno ucciso migliaia di civili e creato una crisi umanitaria. Quasi due milioni di persone sono state sfollate e risiedono in campi improvvisati, molti gestiti dalle Nazioni Unite.
Le frustrazioni per l’incapacità del governo di frenare l’attività dei gruppi armati hanno provocato due colpi di Stato militari in Burkina Faso nel 2022. Lo scorso 24 gennaio i soldati guidati dal tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba hanno rovesciato il presidente Roch Marc Christian Kaboré, accusato di essere negligente di fronte agli attacchi, prima di essere deposto il 30 settembre scorso dal capitano Ibrahim Traoré.
Gli attacchi sono comunque continuati, nonostante il precedente e l’attuale governo militare avessero compiuto sforzi per rafforzare la sicurezza. La violenza, che dura da circa sette anni, si è concentrata nel nord e nell’est, paralizzando le economie locali, causando fame di massa e limitando l’accesso alle organizzazioni umanitarie.
Il governo militare del Burkina Faso ha chiesto poco prima di Natale a un alto funzionario delle Nazioni Unite di lasciare il paese, per aver dipinto un quadro negativo della situazione della sicurezza. All’inizio dello scorso anno gli Stati Uniti hanno escluso dal programma altri tre governi, le cui azioni violavano i principi del programma. I tre paesi sono Etiopia, Mali e Guinea.