Usa. Il consigliere alla Sicurezza Usa Bolton vola a Mosca. Passando per Roma

Si vede con Salvini, Conte e Trenta: cerca alleanze per il “dividi et impera” di Washington.

di Enrico Oliari –

Il consigliere Usa per la Sicurezza nazionale John Bolton si è recato a Mosca per incontrare il ministro degli Esteri Sergej Lavrov e, come ha riferito il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, il presidente russo Vladimir Putin.
Il viaggio di Bolton ha lo scopo di preparare la missione dei delegati del Senato statunitense e di stabilire i contenuti del vertice Tra Donald Trump e Putin che indicativamente dovrebbe tenersi a Vienna il prossimo 15 luglio in occasione della riunione Osce.
Quello di Bolton è un tour europeo, tant’è che prima di recarsi a Mosca è stato a Londra e poi a Roma dove ha incontrato il premier Giuseppe Conte, il vicepremier Matteo Salvini e il ministro della Difesa Elisabetta Trenta.
Per il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa è stata l’occasione di discutere della visita, prevista per fine luglio, di Conte a Washington e nel contempo di prendere contatti con il nuovo governo italiano, il quale non ha mai fatto mistero di voler normalizzare i rapporti con la Russia chiedendo all’Unione Europea la fine delle sanzioni introdotte con l’annessione della Crimea. Bolton ha fatto capire che la linea degli Usa è quella di dettare il passo sulla questione, e che se è vero che si vorrebbe un buon rapporto con il Cremlino, altresì non bisogna dimenticare la gravità della questione ucraina come pure delle interferenze elettorali.
L’esponente dell’amministrazione Trump ha ricordato a Conte, a Salvini e a Trenta i 120 milioni di dollari che a suo tempo aveva promesso Mario Monti quale contributo per la missione in Afghanistan, mentre in tema di dazi sono stati i rappresentanti del governo italiano a far presente a Bolton di avere le mani legate in quanto materia soggetta al quadro normativo europeo.
Tuttavia gli Usa sanno – e la visita di oggi ne è la prova – che le posizioni critiche dell’Italia a determinati meccanismi europei, come l’austerity imposta dalla Germania, sono interessanti e farebbero del governo “Salvini” l’alleato naturale degli Usa. Sempre che a Bruxelles vada giù il “dividi et impera” di Trump.