Vaticano. Il cinese Wang e Gallagher si incontrano a Monaco

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Nel settembre 2018, dopo tre anni di intense trattative, è stato firmato un accordo tra la Repubblica Popolare Cinese e lo Stato della Città del Vaticano circa la nomina dei vescovi e quindi la soluzione alla spaccatura dei 15 milioni di cristiani cinesi fra una Chiesa “patriottica”, con i prelati nominati dal partito, ed una “clandestina”, i cui vescovi sono nominati dal papa.
I prelati, in passato scomunicati proprio perché vescovi non consacrati dal pontefice, sono stati scelti dal Partito Comunista Cinese, ma tant’è che per giungere ad un accordo ciascuna delle due parti ha dovuto cedere qualcosa. Così la Santa Sede ha riconosciuto gli 8 vescovi nominati dal partito e da allora la nomina dei prelati avviene con l’approvazione di ambo le parti.
Da allora le cose sono evolute sul piano diplomatico, e ieri si è concluso a Monaco l’incontro tra il ministro degli Esteri Wang Yi della Repubblica Popolare con la controparte vaticana monsignor Paul Gallagher.
In quello che è stato un incontro storico, il primo in 52 anni, i due capi delle rispettive diplomazie hanno sottolineato l’importanza dell’accordo sottoscritto due anni fa e “hanno ribadito la volontà di proseguire il dialogo istituzionale a livello bilaterale”.
Per Wang Yi, che ha ringraziato il papa per la vicinanza nell’emergenza coronavirus, è necessario “creare ulteriore fiducia, promuovere interazioni positive” tra le due parti.
Elemento ancora da affrontare per la completezza delle relazioni tra i due paesi è il riconoscimento del Vaticano a Taiwan, nazione che la Cina continentale considera secessionista.